Raimondo Neironi

Research Fellow

Raimondo Neironi is Research Fellow at T.wai, Adjunct Professor in History of Japan at the University of Turin and Adjunct Professor in History of East Asia at the University of Bologna.

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[IT] Isola dell’emisfero australe geograficamente distante dal resto del continente asiatico, al quale è collegata dalle rotte che si irradiano dalla penisola indonesiana, da Timor Est e dalla Papua Nuova Guinea e che attraversano le acque meridionali del Mar Mediterraneo australasiatico, l’Australia è uno dei pochi luoghi sul pianeta che potrebbe vivere in un perdurante stato di tranquillità, naturalmente portato a disinteressarsi alle faccende esterne e a riunire, invece, i propri sforzi al perseguimento della crescita e dello sviluppo interno.

Jul 21, 2020
In the media

[IT] Raimondo Neironi (T.wai & Università Cattolica del Sacro Cuore) nell'articolo "Malesia, la strana caduta di Mahathir. Muhyiddin Yassin è il nuovo premier" per il Caffè Geopolitico.

Mar 30, 2020

[IT] Quasi cinque anni dopo, nell’aprile 1975, l’entrata trionfale a Phnom Penh dell’esercito dei “Khmer Rossi”, lo spietato movimento marxista cambogiano guidato da Pol Pot, Hun Sen fu nominato appena trentenne alla guida di un governo filovietnamita. Durante quella fase turbolenta della storia cambogiana recente, segnata dall’invasione delle truppe vietnamite nel dicembre 1978, il leader del Partito del Popolo cambogiano (PPC) diede prova fin da subito della sua capacità di adattarsi e di avvantaggiarsi della situazione politica dell’epoca, riuscendo in poco tempo a scalare il partito dall’interno.[1] Da premier, concordò con il governo comunista del Viet Nam unificato il ritiro delle truppe dal Paese nel settembre 1989 e negoziò gli “Accordi di Parigi” del 23 ottobre 1991, che posero fine a una sanguinosa guerra civile. Un accordo di pace che Tiziano Terzani giudicò “indecente” in quanto riconosceva a Pol Pot e ai Khmer Rossi – carnefici vestiti come “normali uomini d’affari” – una legittimazione politica.

Nov 9, 2019

[IT] Il 13 maggio prossimo è in programma un appuntamento importante per la politica filippina. Si terranno infatti le elezioni di medio termine per eleggere metà dei 24 senatori, rinnovare i seggi della Camera dei Rappresentanti e tutte le cariche di governatore. Il Presidente Rodrigo Duterte intende fare incetta di seggi alla Camera Alta e consolidare così la maggioranza al Kongreso, il Parlamento filippino. Il sistema partitico dell’arcipelago asiatico si caratterizza per la presenza di numerosi attori in campo, pertanto è difficile individuare i due schieramenti opposti.

May 10, 2019

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