[IT] Il Dopo “L’Asia al centro”, Mazzei e Volpi, noti specialisti dell’Estremo Oriente, tornano con un libro che, partendo dall’esempio storico fornito dal Giappone, offre una chiave di lettura dello sviluppo di altri paesi dell’area, quali la Cina, Taiwan e la Corea. Secondo gli autori, infatti, il Giappone rappresenta il modello di “stato sviluppista confuciano” che è stato seguito, con diverse varianti, dai suoi vicini asiatici.
[IT] Il 30 novembre scorso, ThinkINchina ha ospitato il Professor Zhang Jian della School of Government dell’Università di Pechino per discutere di nazionalismo in Cina, un tema esplosivo che è al centro del dibattito sulla Cina contemporanea sia all’interno del Paese che all’estero.
[IT] La Cina ha confermato nelle scorse settimane che per la prima metà del 2011 ridurrà del 35% la quota di esportazione delle terre rare, dopo averla già ridotta del 75% nel 2010. Le terre rare sono diciassette metalli di costosa estrazione, che rappresentano componenti fondamentali di molti prodotti ad alta tecnologia, quali i televisori a schermo piatto, le turbine eoliche, le auto ibride ed elettriche. La domanda globale di questi minerali è in continua crescita: mentre nel 2009 è stata di 134.000 tonnellate, nel 2011 le stime prevedono che raggiunga le 180.000 tonnellate.
[IT] Con l’ingresso nel Wto (World Trade Organization, o Organizzazione Mondiale del Commercio) nel 2001, la Cina ha raggiunto il suo obiettivo storico di entrare a far parte del sistema commerciale mondiale. Malgrado al’epoca le maggiori potenze commerciali manifestassero forti dubbi sulla effettiva volontà di Pechino di rispettare gli impegni presi, il rapporto 2010 del segretariato Wto preparato per la Trade Policy Review conferma che in generale la Cina si è rivelata una buona allieva, avendo compiuto continui sforzi per liberalizzare la propria economia, resistito all’adozione di misure protezionistiche e adottato nuove misure legislative in tema di diritto industriale.
[IT] Se il 2010 è stato un anno difficile per i rapporti tra la Cina e diversi partner internazionali, non si può dire siano stati più semplici quelli con l’unico Paese europeo che ancora non riconosce la Repubblica popolare: il Vaticano. Come analizzato in dettaglio da Francesco Sisci su Asia Times Online e La Stampa, lo scorso 9 dicembre, le autorità cinesi hanno impresso un’accelerazione al processo di rinnovamento della leadership della Chiesa cattolica cinese ufficialmente riconosciuta.