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L’anno dei primati: il turno dell’energia

[IT] Gli automobilisti europei, alle prese con l’intasamento del traffico sulle strade delle vacanze estive, potrebbero aver tratto un qualche conforto dalla notizia che sulla National Expressway 110, che da Pechino si dirige verso la Mongolia Interna, si è formata, a cavallo di ferragosto, una coda di più di 100 km. Secondo le stime delle autorità, per smaltire la coda, dovuta a un cantiere stradale, sarebbe stato necessario attendere qualche settimana, ma in realtà l’ingorgo è durato (misteriosamente) per “soli” nove giorni. L‟autostrada 110 (a differenza delle principali rotte di traffico stradale) non è a pagamento, quindi la mancanza di un pedaggio può essere stata una concausa della straordinaria concentrazione di veicoli.

Forze Armate cinesi: dove vanno secondo gli Usa

[IT] Il 16 agosto scorso il Dipartimento della Difesa statunitense ha pubblicato il Rapporto annuale sugli sviluppi della situazione militare e di sicurezza nella Repubblica Popolare Cinese. Frutto di un ampio monitoraggio realizzato dalle varie agenzie del governo statunitense, il Rapporto è stato definito come una “fonte autorevole circa le valutazioni che l’Amministrazione Obama ha compiuto rispetto alle problematiche di sicurezza che coinvolgono la Cina”.

Competizione Cina-Usa nel Sud-Est asiatico

[IT] Il Pacifico occidentale e soprattutto il Mar della Cina meridionale sono teatri geopolitici di primaria importanza, dove maggiore è la probabilità che la politica estera di Washington entri in contrasto con la proiezione regionale della Rpc. Dopo una prolungata fase di disimpegno, negli ultimi mesi l‟amministrazione Obama ha indicato in modo chiaro di voler elevare significativamente il profilo della sua politica in Asia orientale, in particolare nel Sud-Est asiatico. Pechino tende però a vedere nel re-engagement statunitense i prodromi di una strategia di soft-containment ai suoi danni.

Università cinesi al bivio

[IT] Il sorpasso dell‟economia cinese su quella del vicino Giappone in termini di Pil aggregato ha suscitato una miriade di commenti che vanno dalle riflessioni sulla presunta maggiore efficacia del modello di capitalismo di Stato à-la-chinoise, a allarmate previsioni per le conseguenze di un futuro primato assoluto della Cina, una volta superati anche gli Stati Uniti. Un simile scenario può apparire remoto, ma non si può negare che Pechino continui a contare su una grande disponibilità di fattori cruciali per la crescita economica: vaste estensioni di territorio ancora da sfruttare, un enorme serbatoio di forza lavoro (per ora) e ricche dotazioni di capitale. Piuttosto, quel che preoccupa la dirigenza cinese è la manifesta difficoltà nell’incrementare quella che in economia si conosce come Total Factor Productivity (Tfp). È il capitale umano, in particolare, a presentare un certo deficit in termini di capacità di generare invenzione e innovazione, requisiti importanti non soltanto per il ciclo produttivo, ma anche per irrobustire il soft power di una nazione.

[Yìdàlì 意大利] All’Expo missione di sistema dell’Italia

[IT] “Shibohui” ossia “Expo”. Da quando il 1° maggio si sono accesi i riflettori della manifestazione dallo slogal evocativo “better city, better life”, a Shanghai non si sente parlare d’altro. Le previsioni parlano di 70 milioni di visitatori nell’arco dei sei mesi della manifestazione – un obiettivo ambizioso per strappare il primato a Osaka che nel 1970 ne registrò 64,2 milioni. Il pubblico internazionale è consapevole della valenza politica ed economica dell’Expo: l’effetto-Expo potrebbe incidere per un 30-40% sugli orientamenti turistici futuri. Tutti i 192 paesi presenti hanno quindi investito per mettere in mostra il meglio di sé.

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