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Le lezioni della mini-crisi nel Mar della Cina

[IT] Eventi recenti hanno messo sotto forte pressione la public diplomacy della Repubblica Popolare Cinese (Rpc), già impegnata in una complessa transizione dalla retorica del “paese in via di sviluppo”, ormai difficilmente sostenibile, a quella dello “sviluppo pacifico”. A preoccupare gli altri paesi non è tanto il rischio che l’ascesa cinese assuma una connotazione aggressiva, quanto che Pechino, forte del suo crescente peso economico, ampli sempre più il perimetro delle sue ambizioni territoriali e geopolitiche.

Ue-Cina, il tempo della retorica è finito

[IT] La questione della (mancata) rivalutazione dello yuan ha dominato anche il vertice Asia-Europe Meeting (Asem) e quello Ue-Cina che si sono tenuti a inizio mese a Bruxelles. Ma è stato un nulla di fatto: Pechino è rimasta tetragona alle richieste europee di rivalutare la sua moneta, al punto che la prevista conferenza stampa al termine dell’incontro è stata cancellata. L’esito dell’incontro conferma le difficoltà che incontra l’Unione a ottenere dai cinesi risposte positive e concrete alle proprie istanze (e viceversa). Più in generale, il rapporto con la Cina è divenuto cruciale per la difesa degli interessi dell’Unione e per la legittimazione delle sue ambizioni globali. Sembra esserne consapevole l’Alto rappresentante per la politica estera dell’Ue Catherine Ashton che, non a caso, ha nominato il tedesco Markus Ederer capo della delegazione Ue a Pechino.

[Yìdàlì 意大利] Dadong: l’agenzia di rating cinese sfida l’oligopolio Usa-Gb

[IT] Una mossa a sorpresa spariglia il tavolo da gioco delle “Tre Sorelle”: l’11 luglio scorso l‟agenzia cinese Dagong ha presentato un proprio rapporto sul debito sovrano di 50 paesi, sfidando a viso aperto l’oligopolio del rating esercitato da Fitch, Moody‟s e Standard & Poor’s.

[LA RECENSIONE] Cina, ventunesimo secolo

[IT] Realtà oltremodo complessa e poco conosciuta, la Cina contemporanea non si presta a facili sintesi. Guido Samarani, sinologo dell’Università Ca’ Foscari di Venezia, mostra invece con questo volume come sia possibile offrire, in 142 pagine, un efficace quadro d‟insieme degli eventi essenziali che hanno caratterizzato la storia cinese nel primo decennio del XXI secolo, e che ne condizioneranno verosimilmente gli sviluppi futuri, rifuggendo “da due possibili interpretazioni estreme ed unilaterali: la prima, lasciarsi eccessivamente attrarre dall’impressione di una Cina solidalmente unita, tetragona e inevitabilmente «moderna», […]; la seconda, attendere la «fine» più volte annunciata […] del sistema”.

Salario minimo a Hong Kong

[IT] Il 17 luglio il Consiglio Legislativo (Legislative Council – LegCo) della Regione Amministrativa Speciale di Hong Kong (il nome ufficiale dell’ex colonia britannica dopo il passaggio alla sovranità cinese nel 1997) ha introdotto per la prima volta una legge sul salario minimo, ponendo fine a un dibattito interno che durava da anni. L‟economia di Hong Kong è infatti basata su uno spinto laissez-faire. In realtà già nel 1932 era stato concesso al governatore della colonia il diritto volontario a stabilire un salario minimo ma questo diritto non venne mai esercitato.

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