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L’area di libero scambio Asean-Cina vista dal Sud-est asiatico

[IT] Il Sud-est asiatico è ancora una volta teatro delle rivalità strategiche in Asia, ma i paesi della regione non paiono intenzionati, questa volta, a rimanere semplici oggetti della Storia. Le rivalità strategiche in Asia non sono limitate agli Stati Uniti, la superpotenza in carica, e alla Cina, il suo sfidante in ascesa.

Sviluppi recenti dell’area di libero scambio Cina-Asean

[IT] L’area di libero scambio con l’Associazione delle nazioni del Sud-est asiatico (Asean) (in inglese, Asean-China Free Trade Area, Acfta) è stato il primo dei nove accordi commerciali preferenziali concluso finora dalla Cina ed è emblematico dell’impegno di Pechino ad “aprirsi ulteriormente all’esterno e di accelerare le riforme interne, di integrarsi nell’economia globale e di rafforzare la cooperazione con le altre economie”.

[Yìdàlì 意大利] Un padiglione per l’Italia a Shanghai

[IT] Due anni di intenso lavoro diplomatico per stringere accordi con le autorità cinesi, due anni per tessere una rete di marchi italiani capace di realizzare al meglio il progetto, ma alla fine i risultati sono arrivati: l’Italia è il primo paese che riesce a riqualificare il padiglione presentato all’Expo di Shanghai 2010, trasformandolo in uno spazio commerciale e culturale permanente.

Il ruolo del commercio nella posizione internazionale della Cina

[IT] Come evidenziato nei numeri precedenti di questa rubrica, sembra essere in atto in Cina un ridimensionamento degli squilibri con l’estero dovuti all’accumulo di surplus commerciali. Ma qual è l’origine di questi surplus e come vanno evolvendo?

[Cineresie] Le ONG e la coscienza di classe dei lavoratori cinesi

[IT] All’inizio di maggio il Guangzhou Ribao ha riportato la notizia che il “Centro per i lavoratori” (dagongzhe zhongxin, 打工者中心), un’organizzazione della società civile basata a Shenzhen, stava per essere sfrattato dalla propria sede. Nonostante nel settembre del 2011 i suoi rappresentanti avessero stipulato un contratto d’affitto di tre anni, il padrone del locale era disposto a pagare una penale di 10.000 yuan pur di liberarsi degli inquilini ed era addirittura arrivato al punto da tagliare acqua e corrente, costringendo questi ultimi a tenere chiuso l’ufficio per un paio di giorni.

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