Dopo il Plenum: innovazioni istituzionali e riforme

OrizzonteCina vol. 5 n. 1 (Dicembre 2013 - Gennaio 2014)

Tra il 9 e il 12 novembre scorso si è svolta a Pechino la terza sessione plenaria del XVIII Comitato centrale del Partito comunista cinese (Pcc). È stato un evento “storico” anche a causa dei numerosi accostamenti con il terzo plenum del 1978, l’anno in cui Deng Xiaoping lanciò la sua riforma economica. Alla vigilia del plenum la maggior parte degli osservatori indicava come imminente un ridimensionamento del ruolo dello Stato per favorire quella liberalizzazione dell’economia e della società cinesi da molti indicata – specialmente in Occidente – come unico rimedio per correggere le distorsioni e gli squilibri creati dallo sviluppo economico degli ultimi anni. Ciò è avvenuto al momento solo a parole: il documento finale segnala un orientamento in questo senso, ma – com’è d’altronde usuale per le decisioni assunte dal Comitato centrale del Pcc, cui spettano atti di indirizzo strategico più che politiche specifiche – non articola le tappe del percorso. Nel frattempo, i risultati più evidenti del plenum secondo gli esperti sono invece la conferma del ruolo centrale del Partito-Stato e l’accentramento dei poteri nelle mani di Xi Jinping, collocatosi al vertice di due nuovi organi, il primo dedicato all’approfondimento delle riforme e il secondo alla tutela della sicurezza dello Stato.

OrizzonteCina Vol. 5 n.1 si concentra proprio sulle innovazioni e le riforme introdotte dalla terza sessione plenaria del XVIII Comitato centrale del Partito comunista cinese.

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