[Yìdàlì 意大利] La disfida dei cavi tra Italia e Cina

Mentre l’attenzione dei media italiani è ancora puntata sulla fine delle celebrazioni per il quattrocentesimo anniversario della morte di Matteo Ricci e sull’inizio di quelle per l’Anno della Cultura Cinese, in uno dei campi dell’eccellenza manifatturiera nostrana – i cavi a fibre ottiche – Italia e Cina si stanno contendendo il ruolo di leader globale. La posta in gioco è il controllo dell’olandese Draka, per il quale l’italiana Prysmian – la vecchia Pirelli cavi – punta a prevalere sulla rivale cinese Xinmao Group.

L’esito si conoscerà solo alla fine di dicembre: per quella data Xinmao renderà noto ai mercati se è pronta o meno a richiedere al governo un’approvazione ufficiale per l‟operazione. Ma la disfida dei cavi, in realtà, era iniziata tra partenze, arresti e ripartenze già alla metà di novembre. Draka è un gruppo olandese, nato da uno spin-off di Philips e la cui maggioranza (48.5%) è detenuta da Flint Beheer, sul quale Prysmian aveva lanciato un’offerta amichevole in contanti e azioni da 840 milioni di euro. L‟obiettivo dichiarato del management di Prysmian – che è controllata da diversi fondi d’investimento stranieri, tra cui spicca Goldman Sachs – era di diventare il leader mondiale del settore, presente in 50 paesi con 20.000 dipendenti e 5,8 miliardi di euro di fatturato, strappando Draka ai concorrenti diretti, i francesi di Nexans, che si sono ritirati dopo un’offerta da 730 milioni di euro.

Tuttavia, prima con un laconico comunicato stampa, e poi con un’OPA in piena regola, il vero sfidante è arrivato da Oriente: si tratta di Tianjin Xinmao Science & Technology, un gruppo con una capitalizzazione di mercato pari a un terzo della società che sta tentando di conquistare. Chi già storceva il naso di fronte al “dark horse” (il concorrente che non ti aspetti) venuto dalla Cina si è dovuto ricredere; Xinmao ha offerto 20,5 euro in contanti ad azione, per un totale di circa un miliardo di euro, cifra sulla quale Prysmian ha già dichiarato che non rilancerà.

Ad un esame più attento emerge che, per quanto Xinmao sia poco conosciuto a livello globale, il gruppo fa parte di una conglomerata fondata dieci anni fa da un ex tenente dell’aviazione cinese che opera nelle fibre ottiche, nelle turbine eoliche, nello sviluppo immobiliare e nei servizi alberghieri. Successivamente Xinmao ha reso noto di attendere ancora il via libera governativo – non così difficile da ottenere, si presume, vista l’importanza per la Cina dell’acquisizione di nuove tecnologie – e di avere ricevuto un impegno scritto dal gruppo bancario cinese Minsheng per il finanziamento dell’intera operazione.

Ci troviamo di fronte a una nuova boutade, o a una spericolata mossa di marketing, come quando l’oscura Tengzhong si fece avanti per l‟acquisizione della Hummer? Mentre tutti attendono la decisione di Flint Beheer, dal quartier generale di Prysmian il numero uno Valerio Battista ha auspicato che Bruxelles e la politica italiana seguano con attenzione il dossier Draka perché, se l’azienda olandese andasse a Xinmao, “inevitabilmente l’Europa disperderebbe un pezzo di patrimonio tecnologico in un settore strategico come quello delle fibre ottiche”.

La stampa cinese ha commentato pochissimo la notizia, mentre in Europa molti analisti sottolineano le distorsioni alla naturale concorrenza di mercato causate dalla tipologia ibrida di capitalismo di stato praticato da Pechino. È dei giorni scorsi un dossier pubblicato dalla Commissione tedesca per le relazioni con l’Europa orientale: l‟organismo, che raccoglie cinque associazioni di categoria e 140 società tedesche, esprime preoccupazione per la relazione diretta esistente tra il credito concesso dalle banche cinesi per finanziare potenziali progetti o acquisizioni all‟estero e gli interessi strategici della Rpc, che vanno molto al di là delle mere considerazioni economiche e commerciali. “La Cina sembra guidata più da motivazioni geopolitiche e di acquisizione di tecnologia che non economiche, con conseguenze potenzialmente molto dannose per l’Unione Europea”. Minsheng Bank, che finanzia Xinmao, è l’unica grande banca privata cinese: ma quanto sono strategiche le fibre ottiche per il governo di Pechino?

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