[IT] Sin dai tempi della crisi del 1989, il Partito comunista cinese (Pcc) sembra essere stato capace di garantire una crescita impetuosa all’economia del paese. Come sottolineato da diversi analisti (tra cui Andrew Nathan e David Shambaugh), il Pcc è riuscito fino ad oggi a contenere le crisi e a mantenere la stabilità nonostante le diverse fonti di tensione all’interno del Partito-Stato cinese.
[IT] L’agenzia di rating “Made in China” Dagong prosegue la sua battaglia contro le “Tre Sorelle” Fitch, Moody’s e Standard & Poor’s, e lancia Universal Credit, una joint venture con i russi di Rus Rating JSC e la piccola agenzia a stelle e strisce Egan-Jones Ratings Co. La notizia, annunciata alla fine di ottobre, ha sollevato entusiasmo tra chi accusa i tre colossi del rating di scarso controllo – o di connivenza – sui titoli e le società che nel 2008 si resero responsabili dell’inizio della crisi finanziaria globale.
[IT] Nel corso della sua storia millenaria, l’impero cinese non ha mai avuto un sistema uniforme ed articolato di protezione della proprietà intellettuale. In Occidente, infatti, si è assistito alla nascita di un importante concetto del tutto assente nella storia e mentalità cinese. Si tratta dell’idea per cui l’autore o l’inventore debbano essere trattati quali “proprietari” delle loro creazioni ed ottenere quindi la protezione da parte dello Stato nei confronti di qualsiasi tipo di aggressione.
[IT] Lo scorso 18 ottobre l’Ufficio nazionale di statistica cinese ha pubblicato i dati sulla situazione economica della Repubblica popolare cinese (Rpc) relativi al terzo trimestre del 2012. Il quadro è quello di una situazione in via di stabilizzazione, anche se – cifre alla mano – è improbabile un ritorno a ritmi di crescita analoghi al periodo pre-2008.
[IT] Dopo il ritiro delle truppe Nato dallo scacchiere afgano previsto per il 2014 si svilupperanno nuovi equilibri in Asia Centrale. La prevista permanenza di truppe americane nell’area del Northern Distribution Network (Ndn) sino al 2024 consente ai paesi centro-asiatici di perseguire una politica estera multi-vettoriale, come suggerito da Sultan Akimbekov, direttore dell’Istituto per gli studi asiatici ad Almaty.