[IT] “L’intento di quest’opera è accompagnare il lettore attraverso quattro contesti, tutti ugualmente significativi, in cui la Cina, a partire dall’avvio delle riforme di Deng Xiaoping, sta costruendo una strategia per riconquistare la posizione che probabilmente le spetta per dimensione, per bagaglio storico e culturale e per produzione di ricchezza”.
[IT] Molte erano le aspettative sul rapporto pronunciato durante la cerimonia di apertura del XVIII Congresso nazionale del Partito comunista cinese (Pcc) da Hu Jintao, Segretario generale uscente del Pcc e Presidente della Repubblica popolare cinese (Rpc).
[IT] Sono passati cinque anni da quando nel 2007 il primo ministro uscente Wen Jiabao – in uno dei suoi discorsi più citati – dichiarò l’economia cinese “instabile, sbilanciata, scoordinata e insostenibile”. Non molto è cambiato da allora, e se possibile la crisi finanziaria globale ha peggiorato la situazione, perché ha ridotto la capacità di acquisto dei mercati europeo e statunitense, principali importatori dei prodotti cinesi.
[IT] A novembre il forum di ThinkINChina ha ospitato Zhao Changhui, senior country risk analyst presso la Export-Import Bank, per discutere di investimenti cinesi in Europa. Zhao ha inaugurato il suo intervento criticando le politiche di austerity che sono state promosse da diversi paesi europei come soluzione alla crisi finanziaria degli ultimi anni, ma che finiscono per colpire anche la Cina.
[IT] La Cina ha contribuito a un’operazione di peacekeeping per la prima volta nel 1990, inviando cinque osservatori militari nell’ambito della United Nations Truce Supervision Organization (Untso). Da allora, il paese è intervenuto in svariate missioni internazionali – ad esempio in Cambogia, Costa d’Avorio, Congo, Haiti, Libano, Liberia e Sudan – sempre ed esclusivamente sotto egida Onu e sempre e soltanto impiegando unità militari non deputate al combattimento: medici, ingegneri, logisti e polizia armata.