La lotta alla mafia e reinvenzione delle campagne

OrizzoneCina vol. 5 n. 3 (Marzo 2014)

Poco più di dieci anni fa la Cina ratificava la “Convenzione di Palermo” (United Nations Convention against Transnational Organized Crime, Untoc), ad oggi l’unico trattato globale finalizzato alla prevenzione e al contrasto della criminalità organizzata transnazionale.

Già molti anni prima della ratifica di questo trattato nel settembre del 2003, il Partito-Stato cinese si era reso conto che, in parallelo alla crescita economica, anche il fenomeno mafioso aveva assunto proporzioni via via più importanti. Le riforme di Deng Xiaoping, inevitabilmente, avevano aperto la strada non solo a un più libero commercio di beni e servizi, ma anche a sempre più ramificati traffici illegali in Cina e con il resto del mondo.

Varie forme di criminalità organizzata avevano rapidamente preso piede, esprimendosi talora in forme violente: il numero di reati – anche in ambito economico – è in costante crescita in Cina, sebbene rimanga tuttora inferiore a quello registrato per alcuni paesi occidentali (a partire dagli Stati Uniti). Pur in assenza di statistiche pienamente affidabili, osservatori qualificati paventano un tasso di crescita dei profitti legati alle attività della criminalità organizzata superiore alla crescita media annua del Pil cinese.

 

OrizzonteCina Vol. 5 n.3 si concentra sulla lotta alle mafie e la reinvenzione delle campagne:

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