“Nonostante non sia un buon segno per le prospettive di democratizzazione del Myanmar, la presa di potere dei militari di fatto non sovverte l’ordinamento birmano, poiché è stata svolta a norma della costituzione vigente.
Quindi, al netto di sviluppi che modifichino la traiettoria corrente presa dal Tatmadaw – che sono possibili ovviamente, e che riguardano tanto le relazioni tra le forze armate e l’esterno, quanto quelle interne alle forze armate – è possibile che la situazione ritorni a punto simile a quello di partenza: un regime ibrido, parzialmente democratico e parzialmente autoritario, con caratteristiche elettorali.”
L’intervista rilasciata da Stefano Ruzza (T.wai & Università degli Studi di Torino) sulla crisi in Myanmar, nell’articolo di Elisa Ugolini per Geopolitica.info.
Head of Research
Stefano Ruzza is the Head of T.wai’s Violence & Security Program and an Associate Professor of Political Science at the University of Torino.
“Militarmente la Russia ha dimostrato di non essere particolarmente forte: ma ciò che conta è che avremo un regime russo presumibilmente ancora di Putin,... Read More
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