Come governare il COVID-19: le politiche di controllo della pandemia in Viet Nam

Introduzione

Il Viet Nam ha ottenuto un notevole successo nel combattere la pandemia da COVID-19, con un basso numero di infezioni e morti. Questo successo è particolarmente impressionante se si considerano le risorse e le infrastrutture limitate del Paese, assieme alle sue relazioni di confine, commerciali e di investimento con la Cina.

La storia di successo del Viet Nam non ha ricevuto molta attenzione a livello internazionale e, quando ciò è avvenuto, si è tendenzialmente concentrata sui lati negativi, incluse le rafforzate restrizioni alla libertà di espressione degli individui. Una minore attenzione è stata dedicata alla politica nazionale e alle politiche attuali di controllo della pandemia. Questo policy brief mira a esaminare la risposta politica con cui si è riusciti a contenere la diffusione del COVID-19, concentrandosi su tre principali fattori di successo: i tempi di risposta, le priorità politiche e la mobilitazione politica.

Evidenza e analisi

I tre principali fattori di successo

Le politiche di successo vietnamite nella lotta al COVID-19 possono essere condensate in tre principali fattori. Il primo è il tempo di risposta. Il governo ha preso decisioni rapide sin da quando la minaccia del coronavirus in Cina è risultata evidente. Il secondo elemento è la priorità politica. I leader hanno dato grande priorità al confronto con il virus, anche nelle prime fasi della pandemia. Sostenendo di trattare la pandemia come una “guerra contro il nemico” e di proteggere la salute e la vita della gente anziché gli interessi economici, la leadership ha inviato un chiaro messaggio all’opinione pubblica e all’apparato dello Stato. Il terzo, e ultimo, elemento è la mobilitazione politica: L’imponente apparato politico del Viet Nam – dai principali funzionari governativi alle circoscrizioni, dai villaggi e ai quartieri residenziali, così come la società nel suo complesso – è stato efficacemente mobilitato per combattere la pandemia.

Il primo fattore di successo: i tempi di risposta

Non appena si è diffusa la notizia di un nuovo virus in Cina, il Viet Nam è entrato in uno stato di massima allerta. Le precedenti esposizioni a malattie infettive sperimentate a partire dal 2003, prima con il Cov-2 (la SARS) e, successivamente, con l’H5N1 (l’“influenza aviaria”), hanno fatto sì che il governo di Ha Noi riconoscesse immediatamente il virus come una seria minaccia. Il 23 gennaio 2020, il Primo Ministro (all’epoca dei fatti, Nguyen Xuan Phuc, N.d.T.) diffuse un telegramma ufficiale che forniva una panoramica dell’impatto del virus sulla Cina. Il documento confermava che il virus poteva trasmettersi da uomo a uomo e che non esisteva alcun vaccino o farmaco per curarlo. Il documento dava alle autorità competenti istruzioni su come prestare attenzione alla diffusione del virus in Cina e su come controllare la salute dei viaggiatori in arrivo, sia attraverso la frontiera terrestre sia negli aeroporti[1]. Ciò, dunque, illustra la risposta immediata delle autorità nel mettere in stato di massima allerta ogni organo governativo.

La rapida reazione alla pandemia da parte del governo centrale, compresi la legislazione e i piani predisposti dalla leadership comunista, ha avuto un effetto rilevante sul sistema politico e sulla società. Questa ha posto, assieme all’alta priorità data all’arresto della diffusione del virus, una base politica fondamentale per il resto della lotta contro la pandemia.

Il secondo fattore di successo: la priorità della salute pubblica data dalla politica

Il 28 gennaio 2020, il Primo Ministro ha approvato la direttiva n. 5/CT-TTg, che sottolineava come la prevenzione della pandemia dovesse essere trattata come una “guerra contro il nemico”[2]. La formulazione alludeva a precedenti esperienze nella gestione delle malattie infettive e indicava che l’urgenza e la gravità della pandemia da COVID-19 avrebbe richiesto il coinvolgimento di tutta la società.

Sono state immediatamente prese misure drastiche, tra cui la chiusura delle scuole, restrizioni e regolamenti sui viaggi internazionali. I voli di collegamento con le province cinesi colpite dalla pandemia e con altri Paesi sono stati sospesi. La direttiva n. 5/CT-TTg ha anche imposto attenti controlli sulla salute dei passeggeri e l’allestimento delle infrastrutture mediche necessarie.

Cosa più importante, la direttiva sottolineava che “l’intero sistema politico deve partecipare alla prevenzione e al controllo della pandemia per proteggere la salute e la vita delle persone, nonché ridurre al minimo la morte causata dalla pandemia”. Questo messaggio indicava che la priorità era data alla salute umana invece che ad altre questioni, come ad esempio l’economia. Effettivamente, i documenti ufficiali diffusi nelle prime fasi della lotta contro la pandemia non menzionano affatto gli impatti economici. Inoltre, il Premier ha ripetutamente affermato che il governo non avrebbe seguito una politica di compromesso tra la salute pubblica e la crescita economica. Tutto ciò è sorprendente per due motivi: da una parte, per la centralità che riveste la crescita economica per il Viet Nam e, dall’altra, per il fatto che il Paese del Sud-Est asiatico è l’unica grande economia del continente, assieme alla Cina, a prevedere una crescita del PIL nel 2020[3].

Questi provvedimenti governativi riflettevano una chiara “retorica di guerra”, indicando che le misure di prevenzione della pandemia erano considerate una questione di sicurezza nazionale. L’uso di un’analogia con la “guerra” ha aiutato l’intera società ad attivarsi per rispettare le regole e attenersi ai regolamenti.

Subito dopo la pubblicazione della direttiva n. 5, il Segretariato del Comitato Centrale del Partito comunista diffuse un dispaccio ufficiale che chiedeva misure di contrasto al COVID-19 e l’attuazione della direttiva medesima[4]. Questi dispacci sono tuttora importanti poiché i vertici del partito li usano per uniformare i provvedimenti che il sistema politico deve poi tradurre in azione. Il Segretariato ha identificato nella sorveglianza del COVID-19 un compito impellente che chiama in causa tutto il sistema politico, compreso il “Fronte della Patria” e altre organizzazioni di massa. Inoltre, ha chiesto alla Commissione per la Comunicazione e l’Educazione di indirizzare le agenzie di stampa nella diffusione al pubblico di informazioni sulla pandemia. Infine, il Segretariato istituì il 30 gennaio una task force di alto livello guidata dal vice-Primo Ministro, Vu Duc Dam, che si riuniva due volte al giorno e riferiva direttamente al Primo Ministro.

A tutti i funzionari è stato detto di dare attuazione alle politiche contro la pandemia. È stata punita qualsiasi violazione delle direttive provenienti dal governo centrale e da quelli locali. Un Vicepresidente del Consiglio popolare di un distretto della provincia di Binh Phuoc fu licenziato dopo essersi opposto a un controllo sanitario in un posto di blocco pubblico nella provincia[5]. Il Vicecapo del Comitato popolare di un comune della provincia di Thanh Hoa fu sospeso dopo essersi rifiutato di unirsi a una squadra incaricata di identificare le persone sospette di infezione nel proprio comune di residenza[6].

Il terzo fattore di successo: la mobilitazione politica

Nel mezzo del lockdown nazionale, il Primo Ministro Nguyen aveva dichiarato che il successo del Viet Nam nella lotta contro il COVID-19 sarebbe derivato dal “consenso nazionale”[7], nonché dal coordinamento tra le agenzie statali e tra lo Stato e la società nel suo complesso. Per molti versi, questa analisi è stata azzeccata. Malgrado le note sfide del coordinamento interministeriale in Viet Nam, la stretta cooperazione all’interno dell’intero apparato politico è stata impressionante. I ministeri – in particolare, quelli della Difesa, della Sanità e dell’Informazione e Comunicazione – si sono immediatamente coordinati con le province e le città, con i comuni e i distretti e con i quartieri residenziali, dove i funzionari locali hanno la responsabilità di informare i singoli nuclei familiari sulle politiche del governo[8].

Tra le strutture governative centrali, il Ministero della Difesa ha giocato un ruolo attivo nella lotta contro la pandemia, trasmettendo ai soldati l’ordine di pattugliare i confini con la Cina, il Laos e la Cambogia. Questo ministero ha anche fornito gran parte delle infrastrutture per combattere la pandemia, come i campi militari che sorgono vicino a città come Ha Noi o Ho Chi Minh City, le quali hanno ospitato migliaia di vietnamiti di ritorno dall’estero durante la loro quarantena. Peraltro, gli ospedali militari erano pronti a ricevere i pazienti infettati dal virus.

Il Ministero della Sanità nominò immediatamente un nuovo Viceministro con esperienza nella lotta contro le malattie infettive. Si è trattato di un’investitura chiave perché il Ministero della Salute ospita il Comitato direttivo nazionale per la prevenzione e il controllo del COVID-19, che coordina i vari ministeri e agenzie addette a prendere decisioni politiche relative alla prevenzione e al controllo della pandemia. Il Ministero gestisce anche il sottocomitato per il trattamento, rientrante all’interno del Comitato direttivo nazionale, incaricato sia di fornire linee guida per la cura dei pazienti affetti dal nuovo coronavirus sia di coordinare tecnicamente le strutture mediche a livello nazionale.

Il Ministero dell’Informazione e della Comunicazione mobilitò il sistema della propaganda dal livello centrale a quello locale. Le informazioni sulla pandemia erano continuamente aggiornate sui mass media, compresi i canali televisivi, la radio, i giornali (in forma sia cartacea sia digitale) e le radio locali (a livello di rione e di villaggio). Con il supporto del Ministero della Salute, è stata trasmessa una canzone, divenuta molto popolare, rivolta ai giovani per accrescere la consapevolezza sulla pericolosità del virus e sui modi per prevenirlo. Nelle strade e nei luoghi pubblici sono stati affissi manifesti recanti una serie di istruzioni sanitarie come il lavaggio delle mani. Queste strategie, che assomigliano a quelle viste per l’ultima volta in tempo di guerra molti decenni fa, hanno aiutato a mobilitare la popolazione nella “guerra” contro la pandemia.

La catena di comando ha permesso alle politiche di prevenzione contro la pandemia di raggiungere l’intera società in così poco tempo. Ma non si è trattato semplicemente di una risposta dall’alto verso il basso. Ogni provincia era incaricata di rispondere con urgenza a ogni focolaio che si verificava all’interno dei propri confini. I leader provinciali erano obbligati a seguire le indicazioni e le linee guida emesse dal governo, ma erano autorizzati ad attuare le politiche e ad agire in base alla specifica situazione locale. Tuttavia, in alcuni casi, il governo centrale è intervenuto nelle decisioni delle province ogniqualvolta violavano le leggi, sottovalutavano o sopravvalutavano la pandemia, oppure ostacolavano le attività economiche.

Le autorità provinciali e cittadine hanno quindi goduto di una notevole autonomia per pianificare risposte adeguate alle condizioni locali. Nei giorni immediatamente precedenti all’allentamento delle misure di lockdown, le autorità locali sono state consultate prima di essere classificate in un sistema di tre livelli di rischio – alto, medio, basso – ognuno dei quali con una data specifica di fine blocco. La cooperazione tra il governo centrale e le amministrazioni provinciali e locali è stata una peculiarità della mobilitazione politica del Viet Nam.

Anche le autorità locali, in particolare quelle comunali e di quartiere, sono state cruciali nell’attuazione delle direttive emesse ai più alti livelli, ovvero dai governi centrale, provinciali, cittadini e distrettuali. Le direttive sulla pandemia sono trasmesse ai quartieri residenziali e sono a loro volta comunicate alle singole famiglie. In questo modo, le politiche nazionali possono raggiungere rapidamente ed efficacemente tutti gli strati della società vietnamita. Inoltre, i capi dei quartieri residenziali supervisionano l’attuazione delle politiche. Anche la polizia locale gioca un ruolo importante nell’aiutare il personale medico e sanitario – come gli ufficiali sanitari di reparto e di distretto – a identificare e ad avvicinare rapidamente le persone a rischio di infezione (classificate F1, F2 o F3), in modo che le autorità locali possano prendere rapidamente decisioni appropriate (quarantena in strutture dedicate o a casa). In alcune località, gli agenti di polizia piantonano persino le persone in isolamento nelle proprie abitazioni, per impedire loro di uscire e aiutarle a fare la spesa.

Implicazioni di policy e raccomandazioni

Il sistema politico del Viet Nam ha molte particolarità e la sua esperienza potrebbe non essere facilmente riprodotta in altri contesti. L’approccio del Paese indocinese ha previsto anche una serie di restrizioni alla libertà di espressione degli individui, comprese le leggi sulla diffusione di disinformazioni e fake news. Tuttavia, è chiaro che una vasta gamma di Paesi, indipendentemente dal loro sistema politico, potrebbe imparare dalla risposta rapida, dalla priorità della politica data alla salute pubblica, dalla mobilitazione politica onnicomprensiva e coordinata e dall’approccio sociale inclusivo impiegato in Viet Nam. Il fatto che i leader abbiano preso sul serio la minaccia fin dall’inizio, assieme alla capacità di mobilitare l’apparato politico e civile della società per combattere la pandemia, renderà l’esperienza vietnamita del 2020 un importante caso di studio da cui imparare quando si affronteranno future pandemie e crisi dello stesso calibro.

Traduzione dall’inglese a cura di Raimondo Neironi


Note bibliografiche

[1] Primo Ministro della Repubblica socialista del Viet Nam, telegramma ufficiale n. 121, “Official telegraph on the prevention and against the acute respiratory epidemic caused by a new strain of coronavirus”, 23 gennaio 2020.

[2] Primo Ministro della Repubblica socialista del Viet Nam, direttiva n. 05/CT-TTg, “The prevention and control of the acute respiratory epidemic caused by a new strain of coronavirus”, 28 gennaio 2020.

[3] Vietnamnet Global (2020), “IMF trims Vietnam GDP growth forecast to 1.6% in 2020”, 19 ottobre, disponibile online al link https://vietnamnet.vn/en/business/imf-trims-vietnam-gdp-growth-forecast-to-1-6-in-2020-681255.html. Secondo le ultime previsioni del Fondo Monetario Internazionale, del 9 aprile 2021, il tasso di crescita dell’economia vietnamita si attesta al 2,9%: si rimanda al link https://data.imf.org/?sk=ABFF6C02-73A8-475C-89CC-AD515033E662&sId=1462204389301 [N.d.T.].

[4] Segretariato del Comitato Centrale del Partito comunista del Viet Nam, dispaccio n. 79/CV-TW, 29 gennaio 2020.

[5] Bao Chinh Phu (2020), “Cách hết chức vụ trong Đảng đối với Phó Chủ tịch HĐND huyện không chấp hành chống dịch” (Dismissed all of positions in the Party for the Vice President of District People Council, who did not follow regulations on epidemic control), 17 aprile, disponibile online al link http://baochinhphu.vn/Hoat-dong-dia-phuong/Cach-het-chuc-vu-trong-Dang-doi-voi-Pho-Chu-tich-HDND-huyen-khong-chap-hanh-chong-dich/393343.vgp.

[6] Tuoi Tre Online (2020), “Phó chủ tịch xã không đi chống dịch COVID-19 vì ‘trời mưa’” (Vice Chairman of the commune people committee did not go to control COVID-19 because “it’s raining”), 6 agosto, disponibile online al link https://tuoitre.vn/pho-chu-tich-xa-khong-di-chong-dich-covid-19-vi-troi-mua-202008061642331.htm.

[7] Tien Dung (2020), “PM Nguyen Xuan Phuc: Vietnam has national consensus in the fight against pandemic”, 7 aprile, disponibile online al link http://en.bocongan.gov.vn/news-events/pm-nguyen-xuan-phuc-vietnam-has-national-consensus-in-the-fight-againstpandemic-t6717.html.

[8] Gli abitanti dei distretti e dei villaggi sono raggruppati in “quartieri residenziali” con a capo degli amministratori locali eletti.


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