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Università cinesi al bivio

[IT] Il sorpasso dell‟economia cinese su quella del vicino Giappone in termini di Pil aggregato ha suscitato una miriade di commenti che vanno dalle riflessioni sulla presunta maggiore efficacia del modello di capitalismo di Stato à-la-chinoise, a allarmate previsioni per le conseguenze di un futuro primato assoluto della Cina, una volta superati anche gli Stati Uniti. Un simile scenario può apparire remoto, ma non si può negare che Pechino continui a contare su una grande disponibilità di fattori cruciali per la crescita economica: vaste estensioni di territorio ancora da sfruttare, un enorme serbatoio di forza lavoro (per ora) e ricche dotazioni di capitale. Piuttosto, quel che preoccupa la dirigenza cinese è la manifesta difficoltà nell’incrementare quella che in economia si conosce come Total Factor Productivity (Tfp). È il capitale umano, in particolare, a presentare un certo deficit in termini di capacità di generare invenzione e innovazione, requisiti importanti non soltanto per il ciclo produttivo, ma anche per irrobustire il soft power di una nazione.

[Yìdàlì 意大利] All’Expo missione di sistema dell’Italia

[IT] “Shibohui” ossia “Expo”. Da quando il 1° maggio si sono accesi i riflettori della manifestazione dallo slogal evocativo “better city, better life”, a Shanghai non si sente parlare d’altro. Le previsioni parlano di 70 milioni di visitatori nell’arco dei sei mesi della manifestazione – un obiettivo ambizioso per strappare il primato a Osaka che nel 1970 ne registrò 64,2 milioni. Il pubblico internazionale è consapevole della valenza politica ed economica dell’Expo: l’effetto-Expo potrebbe incidere per un 30-40% sugli orientamenti turistici futuri. Tutti i 192 paesi presenti hanno quindi investito per mettere in mostra il meglio di sé.

La crisi in Kirghizistan e la passività cinese

[IT] Il mese scorso un’improvvisa esplosione di odio interetnico ha precipitato nel caos il Kirghizistan, piccolo paese montuoso nel cuore dell’Asia centrale, generando una crisi umanitaria e politica di proporzioni inedite in un delicatissimo teatro geopolitico. Con una riedizione del conflitto del 1990, quando il paese era ancora una repubblica sovietica, si sono verificati violenti scontri tra popolazione di etnia kirghisa (il 70% del totale) e uzbeka (15%) nell’oblast di Osh e in altre località del sud.

Obama: nuova strategia e rapporti con la Cina

[IT] Dopo quindici mesi di elaborazione è stata di recente pubblicata la nuova National Security Strategy (Nss) degli Usa. Il punto di partenza, chiarito dal Presidente Obama nella nota introduttiva, è che questo non potrà essere un altro secolo americano: “The burdens of a young century cannot fall on American shoulders alone”. L’unilateralismo dell’era Bush è impraticabile, ancor prima di essere inefficace.

Scioperi scuotono l’industria cinese

[IT] Nella seconda metà di maggio, gli operai hanno incrociato le braccia nella fabbrica di componentistica auto della Honda a Foshan, una città nella provincia meridionale del Guangdong. Lo sciopero ha causato la temporanea chiusura degli altri stabilimenti Honda nel paese che dipendono dalla produzione degli impianti di Foshan. Grande eco sui media ha avuto anche lo sciopero agli impianti produttivi di Shenzhen della Foxcann, una sussidiaria della taiwanese Hon Hai, che produce componenti elettronici per i colossi mondiali del settore, a partire dalla Apple, e che impiega in Cina 400.000 persone. Lo sciopero fa seguito ad una serie di suicidi tra giovani lavoratori, apparentemente a causa delle difficili condizioni di lavoro, che prevedono straordinari e turni di dodici-tredici ore al giorno in catena di montaggio sei giorni su sette.

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