Le relazioni tra Cina e Unione europea: oltre la crisi, verso una nuova fase?

Da quando la guerra fredda si è conclusa, con la caduta del muro di Berlino, le relazioni tra Cina ed Europa sono state plasmate dalla convergenza di più fattori: la globalizzazione e l’agenda di riforma e apertura in Cina, il rafforzamento del processo di integrazione in Europa. Nel 2003 Cina e Unione europea siglavano una “comprehensive strategic partnership”, dando così il via a quella che è comunemente considerata la “luna di miele” delle relazioni bilaterali e contribuendo per questa via a un ordine internazionale più multipolare.

La crisi finanziaria globale, che ha messo alla prova tanto il potere nazionale complessivo degli Stati quanto gli strumenti di governance globale, ha indotto numerosi governi ad attuare programmi di aggiustamento e di riforma, aprendo in questo modo una nuova fase nelle relazioni sino-europee. Il governo cinese ha risposto alla crisi del debito in Europa seguendo due precise direttrici: da un lato, ha rivisto la posizione dell’Europa nella politica estera della Cina; dall’altro, è intervenuto attivamente per ridefinire di conseguenza le relazioni tra Cina ed Europa.

Durante il XVI vertice tra Cina e Unione europea, tenutosi nel novembre 2013, il Presidente cinese Xi Jinping ha proposto una nuova definizione delle relazioni sino-europee: Cina e Unione europea sono due forze determinanti per la preservazione della pace mondiale, due mercati importanti per la promozione di uno sviluppo comune e due civiltà che contribuiscono al progresso dell’umanità. L’idea di una partnership sino-europea è stata ulteriormente sviluppata nel marzo 2014, in occasione della visita di Xi alla sede delle istituzioni europee – la prima da quando Xi è Presidente, ma anche la prima visita in assoluto di un capo di Stato cinese alle istituzioni europee. In quell’occasione, Cina e Unione europea hanno pubblicato un comunicato congiunto nel quale si afferma l’impegno a forgiare quattro partnership principali: per la pace, la crescita, le riforme e la civiltà. Durante questa stessa visita, il Presidente Xi ha inoltre articolato posizioni differenziate per le relazioni con i diversi paesi europei: con la Francia è stata formulata una “close and enduring comprehensive strategic partnership”; con la Germania una “all-round strategic partnership”; con i Paesi Bassi una “open and practical comprehensive cooperative partnership”, e infine con il Belgio una “all-round friendly cooperative partnership”.

Passata la fase più acuta della crisi europea del debito, si è capito chiaramente che tra le maggiori potenze la Cina è la più convinta sostenitrice dell’Unione europea e dell’Eurozona. La ridefinizione delle relazioni sino-europee è il risultato non solo della nuova percezione cinese dell’Europa, ma anche dello sviluppo interno della Cina stessa.

In primo luogo, il rafforzamento delle relazioni con l’Europa è in un certo senso trainato dalla rapida evoluzione dell’economia cinese. In seguito all’avvio del processo di riforma e apertura, l’Europa è stata a lungo una delle più importanti fonti di capitali e di tecnologia per la Cina. Con il progressivo maturare dell’economia cinese, tuttavia, emergono nuovi settori di cooperazione. Secondo il Rhodium Group, gli investimenti diretti esteri dalla Cina verso l’Europa erano quasi inesistenti fino al 2004, per poi raggiungere nel periodo successivo volumi pari a meno di un miliardo di dollari all’anno. Nel 2009, tuttavia, i flussi di investimento sono triplicati sino a raggiungere i tre miliardi di dollari, per poi triplicare di nuovo nel 2010 (oltre 10 miliardi). Allo stesso modo, l’internazionalizzazione della valuta cinese e il cambiamento del modello di crescita hanno portato Cina ed Europa a rafforzare la cooperazione nei settori della finanza, dell’urbanizzazione e delle tecnologie verdi.

In secondo luogo, i due nuovi pilastri che la Cina individua nelle relazioni con l’Europa – pace e civiltà – riflettono il ruolo crescente che la Cina va acquisendo negli affari regionali e globali. Da quando la nuova dirigenza cinese è salita al potere a fine 2012, lo stile diplomatico della Cina è passato da un basso profilo a un ruolo più dinamico. Durante la Conferenza centrale sul lavoro di politica estera del novembre 2014 – l’appuntamento più importante sinora organizzato sul tema durante la presidenza Xi – il presidente ha dichiarato: “Tenendo a mente i nuovi compiti che devono essere portati a termine nelle nuove condizioni, abbiamo lavorato per indirizzare in modo creativo la diplomazia della Cina sia in teoria che in pratica”. Nuove iniziative quali la proposta di una “cintura economica della via della seta” e di una “Via della seta marittima del XXI secolo”, la ricerca di un “nuovo tipo di relazioni tra grandi potenze” e la definizione di “comunità di destino comune” sono buoni esempi del cambiamento in corso nella visione e nello stile diplomatico della Cina.

Oltre a riposizionare l’Europa nella propria visione di politica estera, tuttavia, la Cina ha anche cercato di riorientare coerentemente le relazioni sino-europee. In primo luogo, Pechino ha rivitalizzato le proprie relazioni con i paesi dell’Europa centrale e orientale. Si è così conclusa quella fase di raffreddamento delle relazioni apertasi con la fine della guerra fredda. Nell’aprile 2012 si è tenuto a Varsavia il primo vertice tra i capi di governo della Cina e dei cosiddetti Central and Eastern European Countries (China-CEEC Summit). Il vertice, che ha visto la partecipazione dei leader di 16 paesi dell’Europa centrale e orientale, è il primo di questo tipo nella storia. È stato inoltre istituito un Segretariato per la cooperazione, con l’incarico di monitorare gli appuntamenti programmati per gli anni successivi. La cooperazione economica, finanziaria, politica e civile tra la Cina e questi paesi ha compiuto da allora grandi progressi.

In secondo luogo, la Cina ha rafforzato i propri legami con la Germania, la “potenza in ascesa” in Europa. Deutsche Welle ha rilevato come “nessun altro leader europeo si sia incontrato con i leader cinesi così spesso come la (cancelliera tedesca) Merkel”, il che sarebbe indicativo di una “relazione speciale” tra la Cina e la Germania. Dal 2011 Cina e Germania hanno tenuto tre successive sessioni di dialogo intergovernativo, definite “joint cabinet meetings” dall’ambasciatore tedesco a Pechino Michael Clauss. Questo meccanismo di consultazione è tra quelli di più alto livello nelle relazioni tra la Cina e i paesi occidentali ed è un caso unico per il governo cinese. A ciò si aggiunga che nel 2015 si terrà il primo dialogo strategico Cina-Germania sulla diplomazia e sulla sicurezza, nonostante dopo la seconda guerra mondiale la Germania sia stata a lungo considerata come un paese tendenzialmente poco attivo su questo versante.

Terzo, la Cina ha elaborato un piano più complessivo per lo sviluppo delle relazioni sino-europee. Nell’aprile 2014 Pechino ha pubblicato il suo secondo documento di policy sull’Unione europea, intitolato “Deepen the China-EU Comprehensive Strategic Partnership for Mutual Benefit and Win-win Cooperation”. Il primo documento era stato pubblicato 11 anni fa, al momento della sigla della partnership strategica. Il nuovo documento si propone di ispirare le relazioni sino-europee per i prossimi cinque-dieci anni. Dopo aver contribuito alla predisposizione della EU-China 2020 Strategic Agenda for Cooperation durante il XVI vertice UeCina nel novembre 2013, il governo cinese ha inoltre pubblicato il Mid-and Long-term Plan of Cooperation of China-France Relations (marzo 2014), e il China-Germany Action Plan for Long-term Cooperation (ottobre 2014).

Quarto, la Cina ha rafforzato la propria diplomazia pubblica verso l’Europa. La reazione avversa dell’opinione pubblica europea a seguito dei disordini in Tibet del 2008 ha reso evidente l’importanza della diplomazia pubblica nelle relazioni bilaterali. Nel 2012 è stato quindi attivato il China-EU High Level People-to-People Dialogue. È divenuto inoltre abituale per i leader cinesi pubblicare articoli sulla stampa locale durante le loro visite in Europa – un’abitudine praticamente inesistente solo alcuni anni fa. Così, le visite del presidente Xi e del primo ministro Li nel 2014 sono state accompagnate da una serie di eventi pubblici e di discorsi accuratamente preparati.

Resta però in Europa la preoccupazione che la Cina stia approfittando della debolezza europea per attuare una strategia di “divide et impera”. È indubbio che le relazioni tra la Cina e talune capitali europee si siano notevolmente rafforzate proprio durante la crisi. Ciò è tuttavia avvenuto parallelamente al rafforzamento delle relazioni con l’Unione europea. A ciò si aggiunga che relazioni sino-europee più differenziate e diversificate sono di per sé un riflesso del processo di integrazione europea: la Cina sta cioè cercando di adattarsi ad un’Europa che procede ormai a più velocità, e che guarda in direzioni spesso contraddittorie.

Una nuova fase nelle relazioni sino-europee si è appena aperta. Marchi, tecnologie e idee dell’Europa sulla governance regionale e globale avranno enorme valore per una Cina in piena crescita. E se la crescita della Cina viene letta come un faticoso processo di modernizzazione, è evidente come il paese continui tuttora a vivere nell’ombra lunga dell’Europa. Molti sono i successi conseguiti nei quarant’anni di relazioni tra Cina ed Europa, e molti altri arriveranno in futuro.

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