[FOCUS ECONOMIA] Il crollo del turismo e le strategie di ripresa dell’economia in Thailandia

A cura di OEET, Osservatorio sulle Economie Emergenti Torino

 

Il numero di turisti internazionali registrato in Thailandia a settembre 2020 è sceso a zero dopo aver toccato quasi la cifra di quaranta milioni nel 2019, mentre il tasso di crescita del PIL reale e crollato a -6%. In tutta la storia recente del Paese un simile disastro economico si è verificato soltanto con la crisi finanziaria del 1997. La pandemia ha dunque provocato effetti pesantissimi nel Paese creando milioni di disoccupati.

Thailandia

Fig. 1 – Tasso di crescita reale del PIL della Thailandia, paragonato con quello dei mercati emergenti (fonte: Fondo Monetario Internazionale: https://www.imf.org/external/datamapper/NGDP_RPCH@WEO/OEMDC/THA).

Come si può osservare nel grafico (Fig. 1), il crollo della crescita è più marcato rispetto agli altri mercati emergenti. Nonostante le autorità thailandesi abbiano adottato misure economiche e sanitarie vigorose, gli effetti della pandemia sono chiaramente andati fuori controllo. Pertanto, secondo le ultime stime del Fondo Monetario Internazionale (FMI)[1], il PIL reale thailandese non crescerà più del 2,6% nel 2021.

L’epicentro del disastro economico può essere sicuramente individuato nel settore del turismo che rappresenta circa un quinto del PIL e il 20% dell’occupazione. Il settore è stato gravemente condizionato dalla cancellazione dei viaggi turistici con pesanti ripercussioni sui lavoratori poco qualificati e i lavoratori informali e migranti, in particolare le donne e i giovani, che hanno sofferto in modo marcato delle diminuite opportunità di lavoro in tutte le attività ad alta intensità di contatto con i clienti, in particolare servizi di ristorazione e alberghieri, ma anche attività ricreative, visite guidate e trasporti. Si è dimostrato molto negativo anche l’impatto sulle piccole e medie imprese che hanno perso una parte rilevante della loro domanda interna e internazionale, finendo in forte difficoltà finanziaria e trovandosi spesso costrette a licenziare parte della forza lavoro. Migliore è stata la risposta del settore finanziario, che ha risentito relativamente poco della pandemia avendo beneficiato di misure di sostegno mirate.

Le autorità thailandesi hanno fatto tutto quello che si poteva fare? A ben guardare le misure sanitarie di contenimento della pandemia sono state adottate tempestivamente e poi applicate con rigore permettendo così di controllare la curva dei contagi durante la maggior parte del 2020. Forse è stata un po’ lenta la campagna vaccinale nel 2021. A fine maggio 2021, infatti, solo l’1,6% della popolazione era stato completamente vaccinato, ma i tassi di vaccinazione sono poi aumentati a giugno, con circa duecento-trecentomila persone che hanno ricevuto una dose del vaccino ogni giorno. Alla fine di giugno 2021, il 4% della popolazione era stato completamente vaccinato e se le vaccinazioni continueranno a questo ritmo per il resto dell’anno, come programmato dalle autorità sanitarie thailandesi, circa il 70% della popolazione avrà ricevuto almeno una dose entro la fine del 2021 e sarà completamente vaccinata entro la prima metà del 2022[2].

Passando a esaminare gli interventi di natura economica, si può osservare come gli stimoli fiscali, complessivamente pari a circa il 10% del PIL, insieme ai tagli del tasso ufficiale di sconto di settantacinque punti base (sceso al minimo storico dello 0,5 %), le misure per sostenere il buon funzionamento dei mercati finanziari e i debitori colpiti da COVID-19, abbiano certamente contribuito a limitare l’impatto socio-economico della pandemia. La manovra di sostegno fiscale si è basata sull’aumento della spesa sanitaria e l’assistenza alle famiglie più colpite, comprese quelle al di fuori del sistema di sicurezza sociale. La manovra anti-COVID-19 è stata finanziata attraverso la ridefinizione delle priorità nel bilancio dell’anno fiscale 2020 e un indebitamento pubblico aggiuntivo di mille miliardi di baht (circa trentacinque miliardi di euro). Queste misure hanno sicuramente salvato molte vite umane, tuttavia, come osservato in apertura, non hanno evitato il crollo della crescita economica. Il disavanzo di bilancio è aumentato al 4,8% del PIL nel 2020 e il rapporto debito pubblico/PIL è aumentato al 49,6% nel 2020 dal 41% del 2019[3].

Che cosa può fare il Paese per cercare di recuperare rapidamente? Le prospettive di ripresa a breve termine sono negativamente condizionate dalla terza ondata del nuovo coronavirus e dall’aggressività della variante “Delta”. Secondo il FMI[4], la situazione attuale del Paese richiede flessibilità e un attento coordinamento tra le politiche dei settori fiscale, monetario e finanziario per adattarsi alle circostanze in rapida evoluzione. L’esperienza della Cina e di Singapore sembrano suggerire che la cosa più importante per una ripresa stabile sia la politica dei vaccini. Accelerare e garantire un’adeguata distribuzione vaccinale è fondamentale per ottenere l’immunità di gregge, porre fine alla pandemia e gettare le basi per il rilancio economico.

Il FMI[5] avverte anche che un ritiro prematuro delle misure di sostegno non sarebbe prudente prima che la ripresa sia ben avviata. Per aiutare ad accelerare la ripartenza economica è richiesta un’espansione fiscale più ambiziosa con una spesa concentrata sull’aumento degli investimenti pubblici e sulla protezione dei più vulnerabili, anche attraverso trasferimenti sociali più mirati. Man mano che la crisi si attenuerà, la Thailandia dovrà avviare una strategia per aumentare le entrate a medio termine in modo da garantire la sostenibilità di bilancio: ciò richiederà sforzi aggiuntivi sia nella generazione delle entrate che nella definizione delle priorità di spesa. Inoltre, un sostegno mirato e più efficace del finanziamento alle imprese, integrato con ulteriori misure monetarie, sarà essenziale per rendere solida la ripresa.

Considerata l’importanza del settore turistico precedentemente ricordata, sarà poi fondamentale ripensare le strategie settoriali alla luce del mutato contesto mondiale e di possibili future nuove ondate pandemiche. Le autorità vedono la crisi come un’opportunità per trasformare il settore turistico da turismo di massa e a basso costo a turismo di alta gamma e a bassa densità, incoraggiando al contempo il turismo interno, in modo da ridurre la dipendenza dai voli internazionali e ridurre l’impatto sulle risorse naturali. Prima dell’inizio della crisi sanitaria, la spesa media dei turisti stranieri in Thailandia, negli ultimi anni, era scesa da cinquantamila baht (circa 1.300 euro) a quarantasettemila baht (1.200 euro). Ora la Tourism Authority of Thailand (TAT)[6] si è posta l’obiettivo di creare un’offerta turistica in grado di generare maggiori entrate da parte dei visitatori internazionali, almeno sessantaduemila baht a viaggio (1.700 euro). Per facilitare la ripresa turistica, la Thailandia ha inserito i lavoratori del settore tra quelli prioritari nella campagna vaccinale e ha riaperto ai turisti internazionali dal 1° luglio, nell’ambito dell’iniziativa Phuket Sandbox[7], consentendo la libera circolazione nell’isola ai visitatori che possono provare di essere completamente vaccinati. Ciononostante, gli arrivi di turisti previsti nel 2021 non superano il valore di 0,6 milioni, rimanendo dunque molto lontani dai quaranta milioni del 2019. Sarà inoltre da verificare se il passaggio a un turismo di alta gamma potrà effettivamente generare maggiori entrate.

Il Paese dovrà anche interrogarsi sui problemi strutturali e sui rischi preesistenti alla pandemia. Tre temi appaiono particolarmente rilevanti: la “trappola del reddito medio[8]”, i sistemi di sicurezza sociale e l’ambiente. Il grafico dell’andamento del PIL (Fig. 1) mostra come i tassi di crescita media negli anni precedenti la pandemia fossero circa la metà dei valori registrati negli anni Novanta prima dello scoppio della crisi finanziaria. In altre parole, dopo il boom economico degli anni Ottanta e Novanta, la Thailandia non è più riuscita a crescere in modo convincente. Dunque, già prima della pandemia qualche cosa non funzionava più come avveniva durante i Roaring Nineties[9]. Una delle spiegazioni più convincenti è che il Paese sia venuto a trovarsi in una situazione di trappola del reddito medio, dove alla crescita dei redditi e del costo del lavoro si sono associati una riduzione della capacità di attirare investimenti esteri, una riduzione della crescita della produttività e della competitività complessiva e una domanda interna insufficiente a trainare la crescita. Le strategie di ripresa dalla pandemia dovranno quindi considerare anche questo difficile problema che l’eccezionalità della situazione potrebbe portare ad affrontare con maggiore determinazione rispetto al passato. Si tratta di passare da una crescita basata su basso costo della manodopera e disponibilità di capitale a un modello fondato su innovazione tecnologica e alta produttività. Sarà dunque necessario un ulteriore aumento degli investimenti, in particolare per le infrastrutture digitali, combinato con un miglioramento della formazione e dell’istruzione e della promozione dell’innovazione, in modo tale da favorire la trasformazione digitale dell’economia superando la “trappola” e riducendo al contempo i possibili danni economici a lungo termine della pandemia.

La soluzione proposta dalla Banca Mondiale[10] pone l’accento sulle riforme strutturali. La liberalizzazione degli scambi di servizi e altre misure per promuovere l’apertura economica, una più stretta applicazione dei diritti di proprietà intellettuale e la piena attuazione della nuova legge sulla concorrenza potrebbero attirare investimenti diretti esteri (IDE) ad alta intensità di conoscenza e facilitare l’integrazione della Thailandia nelle catene globali del valore di beni e servizi a più alto valore aggiunto.

Prima della pandemia, le prestazioni di assistenza sociale in Thailandia non erano molto generose e spesso inadeguate a proteggere i poveri[11]; al contrario, negli anni a venire, dovrà essere data priorità alla capacità di garantire che gli strati della popolazione vulnerabili ricevano un sostegno adeguato. La crisi sottolinea, inoltre, la necessità di assicurare che il sistema di protezione sociale copra il vasto settore informale thailandese in ogni momento, non solo durante le crisi. È importante osservare come un ulteriore rafforzamento delle reti di sicurezza sociale potrebbe contribuire a migliorare la resilienza e favorire una crescita inclusiva incoraggiando gli investimenti in capitale umano e sostenendo il movimento della manodopera verso i settori a maggiore produttività, contribuendo quindi a superare la trappola del reddito medio.

La crisi COVID-19 offre, infine, un’opportunità per allineare meglio le politiche di sviluppo con gli obiettivi climatici per rafforzare la ripresa e la resilienza economica e collocare la Thailandia in un solido percorso verso il raggiungimento degli obiettivi di mitigazione del clima. Il FMI osserva come una tariffazione adeguata del carbone incoraggerebbe un graduale passaggio ad alternative energetiche più pulite, ridurrebbe le emissioni di gas serra e l’inquinamento atmosferico e aiuterebbe nella transizione verso un’economia senza carbone[12].


[1] Il rapporto del FMI del 3 giugno 2021, relativo all’esercizio di valutazione macroeconomica e intitolato “Thailand: 2021 Article IV Consultation-Press Release; Staff Report; and Statement by the Executive Director for Thailand”, è consultabile online al link https://www.imf.org/en/Publications/CR/Issues/2021/06/02/Thailand-2021-Article-IV-Consultation-Press-Release-Staff-Report-and-Statement-by-the-50192.

[2] La strategia vaccinale thailandese e i relativi dati sono consultabili online al link https://ddc.moph.go.th/viralpneumonia/eng/index.php.

[3] I dati sono disponibili al sito: https://www.imf.org/en/Publications/CR/Issues/2021/06/02/Thailand-2021-Article-IV-Consultation-Press-Release-Staff-Report-and-Statement-by-the-50192

[4] Le strategie per la ripresa proposte dal FMI sono consultabili online al link https://www.imf.org/en/News/Articles/2021/06/21/na062121-5-things-to-know-about-thailands-economy-and-covid-19.

[5] Ibid.

[6] Le strategie della TAT sono consultabili online al link https://api.tat.or.th/upload/live/about_tat/7849/Tourism_Authority_of_Thailand%E2%80%99s_(TAT)_Corporate_Plan_2021-2022_Review.pdf.

[7] I dettagli dell’iniziativa sono consultabili online al link https://www.tatnews.org/2021/10/now-7-day-stay-for-sandbox-tourists-from-any-country-in-the-world/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=now-7-day-stay-for-sandbox-tourists-from-any-country-in-the-world.

[8] Boario, M. (2018), “Dal miracolo economico al paradosso tecnologico: quali strategie per superare la trappola del reddito medio in Thailandia?”, RISE – Relazioni internazionali e International Political Economy del Sud-Est asiatico, 3 (3), settembre, disponibile online al link https://www.twai.it/articles/dal-miracolo-economico-al-paradosso-tecnologico-quali-strategie-per-superare-la-trappola-del-reddito-medio-in-thailandia/.

[9] Un’analisi critica di quello che molti considerano il decennio più prospero da sempre per il pianeta è offerta da Joseph E. Stiglitz nel suo libro del 2003 The Roaring Nineties: A New History of the World’s Most Prosperous Decade, New York: Norton.

[10] L’analisi e le strategie proposte dalla Banca Mondiale per la Thailandia sono consultabili online al link https://www.worldbank.org/en/country/thailand/publication/thailand-economic-monitor-july-2021-the-road-to-recovery

[11] Ibid.

[12] Cfr. FMI (2021), “Thailand: 2021 Article IV …”, cit.


 

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