Se i cinesi “sfiduciano” chi li governa

L’ultima edizione della ricerca sul livello di soddisfazione dei cittadini cinesi condotta da Antony Saich, professore presso la Kennedy School of Government dell’Università di Harvard, fornisce dati interessanti sul livello di approvazione di cui il governo cinese attualmente gode. Lo studio, basato su un campione di 4.000 cittadini, fotografa il giudizio dei cittadini cinesi sulla capacità della leadership cinese di affrontare le nuove sfide economico-sociali.

Da quando hanno assunto il potere nel 2002-2004, il presidente Hu Jintao e il premier Wen Jiabao hanno profuso notevole impegno per migliorare l’amministrazione e la qualità della governance nella Repubblica popolare cinese (Rpc), dedicando particolare attenzione a quella parte di popolazione che ancora oggi vive in condizioni precarie e ha scarsamente beneficiato delle riforme economiche. L’azione del governo si è concentrata sul miglioramento della qualità dei funzionari locali nel tentativo di diffondere l’idea dell’alto valore morale della professione pubblica puntando, inoltre, sulla trasparenza degli amministratori ad ogni livello di governo.

L’indagine di Saich dà conto in particolare del livello di soddisfazione dei cittadini cinesi rispetto all’operato del governo, da quello centrale fino alle amministrazioni locali: il gradimento nei riguardi delle istituzioni rimane nel corso degli anni molto elevato, pur registrando, nell’arco temporale analizzato (2003 – 2011), una preoccupante flessione.

Scendendo nel dettaglio si nota come gli intervistati tendano a “disaggregare” la struttura statale, esprimendo livelli di gradimento leggermente differenti nei confronti dell’amministrazione centrale e di quelle locali. Alto è il livello di soddisfazione per il governo centrale: nel 2011 era al 92%, in flessione di tre punti percentuali rispetto all’anno 2009. Il livello di gradimento è progressivamente minore nei confronti dei gradi inferiori di governo man mano che si scende ai livelli più prossimi al cittadino comune (giunti al livello più basso della scala gerarchica l’indice di soddisfazione registra un 64%). In controtendenza il dato relativo all’operato dei dirigenti nelle zone rurali del Paese: il gradimento nei loro confronti sale di due punti percentuali.

In Cina, le amministrazioni locali forniscono quasi tutti i servizi pubblici e il fatto che il livello di soddisfazione sia in declino specialmente rispetto agli strati dell’amministrazione che dovrebbero essere più vicini al cittadino non è incoraggiante.

Dalle domande rivolte al campione sul livello di soddisfazione verso l’operato governativo (“molto soddisfatto”, “abbastanza soddisfatto”, “non molto soddisfatto”, “per niente soddisfatto”), il 45% degli abitanti delle zone rurali ha dichiarato di essere “estremamente soddisfatto” dell’azione del governo centrale, mentre solo il 27% degli intervistati nelle zone urbane ha espresso lo stesso grado di soddisfazione. Anche il livello di educazione incide sulle risposte degli intervistati: il 7% degli intervistati con un livello di istruzione universitaria ha espresso un minor grado di soddisfazione verso il governo centrale di Pechino rispetto a quelli con un livello di istruzione di scuola media superiore.

I dati positivi riguardanti le amministrazioni delle zone agricole potrebbero essere dovuti alle recenti campagne condotte congiuntamente dal governo centrale e dalle amministrazioni locali rurali, che hanno enfatizzato le riforme e i successi raggiunti nel settore agricolo, nell’assistenza sanitaria e nel welfare nelle zone meno urbanizzate del Paese.

I cittadini intervistati percepiscono una minore capacità ed efficacia dei vari livelli di governo, dalle autorità centrali a quelle locali: calano di otto punti percentuali gestione gli intervistati che apprezzano l’operato dei funzionari governativi, lo scontento è specialmente alto nelle piccole zone urbane, dove il livello di soddisfazione cala drasticamente. I dati richiamano la crescente sensazione, testimoniata dalle risposte raccolte durante l’indagine, di un eccessivo livello di burocrazia all’interno del sistema governativo. Crescono del 4% quanti ritengono che l’azione dei funzionari non sia strettamente diretta all’interesse generale.

Le speculazioni, già in corso nel 2011, sullo scoppio della “bolla” del mercato immobiliare cinese hanno portato all’attenzione dell’opinione pubblica il problema dell’effettiva capacità e trasparenza delle amministrazioni locali: eccesso di liquidità e tassi d’interesse bassi dei mutui hanno avuto come conseguenza un’impennata dei prezzi soprattutto nel settore abitativo. Il governo cinese ha imposto forti limitazioni sui mutui (la cui concessione era aumentata del 30% nel 2009 rispetto all’anno precedente) e sui prezzi degli immobili, e ora ha in programma ulteriori restrizioni sui mutui volti a finanziare acquisti di case da parte di cittadini stranieri. Finora però queste misure non sembrano aver avuto effetti.

L’analisi di Saich continua ponendo domande sulla qualità dei servizi offerti ai cittadini. I servizi che ottengono il più alto livello di gradimento sono quelli di approvvigionamento idrico ed elettrico, le politiche per le famiglie e i servizi scolastici, mentre quelli che ricevono un minor livello di apprezzamento riguardano la lotta alla corruzione, gli aiuti alla disoccupazione e la creazione di nuovi posti di lavoro. I dati sulla disoccupazione riflettono la crescente preoccupazione della popolazione per la scarsa capacità del governo di fronteggiare la crescente ondata di licenziamenti, come dimostrano le proteste degli ultimi mesi del 2011 che hanno interessato varie aziende come la “Hi-P International”, fabbrica in subappalto per Apple e Hewlett Packard, specialmente nelle regioni meridionali della Cina. Sono molto diffusi i timori per la sicurezza alimentare e dei medicinali: il 91% degli abitanti delle città, il 90% degli abitanti di piccoli centri e l’83% di quelli delle zone rurali dichiarano che la sicurezza dei cibi è diventata una delle maggiori preoccupazioni; il 59% si dichiara più attento negli acquisti alimentari e un altro 53% afferma di mangiare meno fuori casa dopo i recenti scandali sulla sicurezza alimentare.

Il problema della lotta alla corruzione – venuto alla ribalta nazionale a seguito delle campagne condotte dall’ex-segretario del Partito comunista cinese (Pcc) della municipalità di Chongqing Bo Xilai – viene analizzato in una specifica sezione della ricerca.

I cittadini intervistati mostrano una scarsa fiducia nell’onestà dei funzionari governativi e solo il 3% dichiara di ritenerli “estremamente onesti”. Sia i cittadini delle zone rurali sia quelli delle zone urbane dichiarano di percepire una minore efficienza nell’azione di lotta alla corruzione rispetto al 2009, e la maggior parte degli intervistati ha poche speranze che le campagne in corso portino ad effettivi risultati in futuro.

La lotta alla corruzione viene inoltre collegata al crescente ruolo di Internet e dei social networks. Weibo, il più famoso microblog cinese simile a Twitter, viene ritenuto dall’83% degli intervistati una piattaforma utile per denunciare la corruzione nella pubblica amministrazione, il 69% lo considera uno strumento positivo nelle campagne anti-corruzione e il 57% pensa che il governo potrebbe farne uso per combattere il problema.

La ricerca di Saich mostra dunque che, a partire dal 2009, il livello di soddisfazione dei cittadini verso l’operato del governo, soprattutto a livello di amministrazioni locali, è iniziato a diminuire. Questa flessione tuttavia muove da livelli di apprezzamento nei confronti delle istituzioni sorprendentemente elevati – 61% nei confronti delle amministrazioni locali e 95% per quella centrale – persino per la maggior parte delle democrazie occidentali. Inoltre i cittadini esprimono insoddisfazione soprattutto nei confronti dei governi locali mentre non emerge un fermento corposo di dissenso nei confronti del governo centrale.

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