[IT] Zhang Lin è un lavoratore migrante come tanti altri. Dopo aver seguito un corso di addestramento professionale, nel febbraio del 2009 è stato assunto da un’azienda privata a Shenzhen. Gli avevano promesso un salario mensile di base di 1.400 yuan (172€) per una giornata lavorativa di otto ore, cui si aggiungevano altre tre ore di straordinari, più un’ora “rubata” durante la pausa pranzo. In aprile, però, con la busta paga arriva una sorpresa: lo stipendio è di appena 2.000 yuan, molto meno delle attese.
[IT] Dopo il declassamento dell’Italia e di altri paesi europei deciso da Standard & Poor’s nel mese di gennaio, Dagong potrebbe commentare “noi ve l’avevamo detto”: per l’agenzia di rating cinese, infatti, il Belpaese era già sceso in serie B nel dicembre scorso.
[IT] La crisi economico-finanziaria non ha solo messo sotto pressione la nostra economia, la nostra industria e le finanze pubbliche, ma ci impone anche, a causa della progressiva riduzione di queste ultime, di ripensare il modo in cui concepiamo e attuiamo la nostra politica estera.
[IT] Guardando indietro a più di trent’anni di riforme e apertura, noi cinesi siamo giunti a comprendere che il nostro modello di sviluppo socio-economico soffre di marcati squilibri e disarmonie che lo rendono alla lunga insostenibile.
[IT] Le elezioni presidenziali e parlamentari svoltesi a Taiwan a gennaio hanno segnato l’avvio del lungo ciclo elettorale (o, quantomeno, di rinnovo della leadership) globale che ci attende in questo 2012. La robusta conferma dell’uscente presidente Ma Ying-jeou per un secondo mandato contribuisce a porre le basi per un nuovo quadriennio di distensione tra le due sponde dello Stretto di Taiwan nell’anno in cui ricorre il centenario dalla fondazione della Repubblica di Cina, dopo il crollo della dinastia Qing (1644-1912).