[LA RECENSIONE] Country Driving. A Chinese Road Trip

Peter Hessler Country Driving. A Chinese Road Trip, Harper Collins, New York 2010. Pubblicato nel Regno Unito da Canongate, Edinburgo.

 

In questa rubrica di OrizzonteCina abbiamo sempre presentato libri in lingua italiana, ma è giunto il momento di fare un’eccezione. Abbiamo aspettato più di un anno prima di segnalare Country Driving, sperando di vederne pubblicata la traduzione, ma ora non possiamo esimerci dal recensirne la versione originale in inglese, consigliandola come lettura ideale per questi giorni di fine estate e sperando (se qualcuno non si fosse nel frattempo già attivato) che qualche editore nostrano consideri l’eventualità di offrirlo al grande pubblico dei lettori italiani.

Nel 2001, fresco di nomina come corrispondente da Pechino del New Yorker, Peter Hessler, già collaboratore del National Geographic, decide di prendere la patente cinese, di noleggiare un’auto e di guidare attraverso alcune strade di un Paese in via di rapidissima motorizzazione. Country Driving è la sintesi dei viaggi compiuti con l’auto tra il 2001 e il 2009, ed è diviso in tre parti. La prima, dedicata alla Grande Muraglia, narra percorsi che, dal Liaoning allo Xinjiang, seguono approssimativamente il tracciato di epoca Ming della fortificazione più famosa al mondo. La seconda, intitolata The Village, si svolge prevalentemente nel villaggio di Sancha, a nord di Pechino, non lontano dalla sezione di Mutianyu della Grande Muraglia. Infine, la terza parte (The Factory) ruota attorno alla città di Lishui, nello Zhejiang meridionale, e al suo parco industriale.

Non è comune per un corrispondente occidentale lasciare Pechino, Shanghai o le altre metropoli cinesi per intrufolarsi alla guida di un’auto nelle aree più remote del paese, affrontando strade sterrate, dormendo spesso in tenda per non suscitare sospetti registrandosi in hotel in cui non si è mai visto uno straniero. Un travelogue è degno di menzione quando l’autore nel racconto riesce a spogliarsi di se stesso senza rinunciare a lasciare la propria impronta originale, ed è proprio questo il pregio del libro.

Con uno sguardo attento e a tratti meravigliosamente ironico, l’autore, attraverso la geografia, l’economia, la Storia e le storie, ci spalanca le porte di una Cina che intuiamo ma che non conosciamo, se ci limitiamo a osservare i grattacieli di Pudong, le vetrine di Wangfujing Dajie o quel che succede nei palazzi di Zhongnanhai. Incontriamo così istruttori di guida, maestri di feng shui, bambini ammalati, contadini costretti a scavare buche per un progetto della banca mondiale, direttori di fabbrica, lavoratori migranti… uomini e donne di un paese in perenne movimento ma dotato di un profondo senso del tempo.

Nei ringraziamenti scopriamo che Peter Hessler è il marito di Leslie T. Chang, l’autrice del capolavoro Operaie (già recensito su OrizzonteCina n. 6/2010 e vincitore del Premio Terzani 2011), e quando ci viene svelato che i due libri sono stati scritti contemporaneamente in due stanze attigue in una casa in Colorado, non possiamo trattenere un leggero moto di tenerezza: chi a questo punto potrebbe ancora legittimamente sostenere che non esistono anime gemelle?

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