Nel discorso pubblico italiano, il dibattito sull’inclusività del linguaggio, sulla narrazione mediatica delle minoranze e sulla crescente diversità etnica, culturale e religiosa delle società occidentali contemporanee tende a scivolare lungo binari prestabiliti, in una giostra di botta e risposta mai risolutivi. Da almeno trent’anni, su questi temi si gira in tondo, evitando accuratamente di trarre lezioni da un’accumulazione progressiva di mutamenti sociali e culturali che meriterebbe invece maggiore attenzione. Così, obiezioni di buon senso alla caricatura grossolana di minoranze significative a livello sociale, ma sottorappresentate nella riproduzione culturale del quotidiano, oppure sommessi inviti all’adozione di un linguaggio inclusivo, in contesti sociali ormai stabilmente multietnici e multireligiosi, sono ripetutamente ricondotti al cliché della “dittatura del politicamente corretto”.
L’articolo integrale è disponibile sul sito dedicato alla rivista OrizzonteCina.
“Iran needs more than statements at the UN or missile components. It needs air defences and fighter jets, which are things that China could... Read More
“Wang Yi’s phone calls should be read as a way for China to get a better read of the situation. China is probably seeking... Read More
“China’s direct involvement in the conflict would propel the rivalry (with the US) to another level, in a moment in which Beijing wants to... Read More
“Pour l’instant, l’impact de la guerre reste limité pour la Chine car les prix n’ont pas encore trop monté, mais si, par exemple, le... Read More
“The collapse of the current regime would be a significant blow and would generate a lot of instability in the Middle East, ultimately undermining... Read More
Copyright © 2025. Torino World Affairs Institute All rights reserved