“Democrazia consultiva” alla prova

Scriveva Mao nel 1943: “In tutto il lavoro pratico del nostro Partito, qualsiasi direzione giusta è necessariamente basata sul seguente principio: dalle masse alle masse. Questo significa che bisogna raccogliere le idee delle masse (disperse, non sistematiche), concentrarle (trasformandole attraverso lo studio in idee concentrate e sistematiche), quindi portarle di nuovo alle masse, diffondere e spiegare queste idee finché le masse non le assimilino, vi aderiscano fermamente e le traducano in azione; e verificare in tale azione la giustezza di queste idee”.

Queste parole riecheggiano oggi nella linea d‟azione del Partito comunista cinese (Pcc), che sembra ispirata a un “leninismo consultivo”, termine coniato da Richard Baum e che Steve Tsang ritiene abbia cinque componenti: ossessivo attaccamento dei leader del Pcc al potere; continua riforma della governance per prevenire le domande di democratizzazione dal basso; sforzi sostenuti per rafforzare la capacità del partito di recepire le domande dell’opinione pubblica; pragmatismo nella conduzione degli affari economici e finanziari; promozione del nazionalismo al posto del comunismo come fonte supplementare di legittimità politica.

Il “leninismo consultivo” si vede bene all‟opera nelle grandi metropoli cinesi, come, ad esempio, nella città di Hangzhou (ca. 8 milioni di abitanti), la ricca capitale della provincia costiera dello Zhejiang. Con una forte caratterizzazione manifatturiera e turistico-culturale per la bellezza del suo lago e delle sue colline, Hangzhou sta ripensando la propria identità, promuovendosi come città modello per la qualità della vita.

Il Development Research Center di Hangzhou sottolinea come la “democrazia partecipativa” e la “democrazia consultiva” – non la “democrazia elettorale” – siano le vere forme di democrazia sostanziale, perché questi strumenti danno al popolo la possibilità di partecipare, sotto la guida dell’amministrazione e del partito, a tutte le fasi del processo politico, dal rilevamento dei problemi, alla progettazione e all‟attuazione delle decisioni. In linea con l’idea di “sviluppo scientifico”, la municipalità ha sviluppato una forte partnership con la Zhejiang University, che offre consulenza tecnica al governo della città.

Lo “sviluppo per il popolo, del popolo, e dal popolo, con gli effetti dello sviluppo controllati dal popolo” si realizza attraverso il coinvolgimento nei processi decisionali di un organismo chiamato “social composite” che vede la partecipazione dei circoli di partito e di governo, dei circoli intellettuali, dei circoli industriali e dei circoli dei mezzi di comunicazione, anche attraverso piattaforme informatiche quali la Hangzhou Web Chamber. Inoltre, è stato adottato un piano di valutazione, attraverso quindicimila interviste, della performance del governo cittadino, e della qualità della vita, in base a 50 indicatori oggettivi e soggettivi raggruppati in cinque sezioni (qualità economica, culturale, politica, sociale e ambientale).

Come nei piani strategici delle metropoli europee, il sistema permette una riduzione dei costi transattivi, ma nel caso cinese non è chiaro quale sia il peso attribuito ai singoli interessi, spesso assai eterogenei (e non di rado in competizione tra loro); paradossalmente, poiché il governo delle città cinesi presenta sfide comuni a molte città occidentali, si assiste a una convergenza verso un modello tecnocratico di fornitura dei servizi (service-delivery), forse adeguato per gestire le complessità dei nuovi spazi urbani, ma non necessariamente più democratico.

Inoltre, in Cina, come in Occidente, si è alla ricerca di un indicatore di benessere economico più complesso e composto del Pil (basti pensare allo “Human Development Index” elaborato dallo United Nations Development Program, o ai risultati della commissione Stiglitz-Sen-Fitoussi), ma permane la difficoltà di misurare la felicità individuale, che è inevitabilmente soggettiva. Infine, i risultati dei sondaggi potrebbero essere falsati dalla scelta del campione d‟indagine, in un paese che pone dei limiti ben precisi al dissenso. E il campione conta, quando le “masse” sono molto più differenziate di quando correva l‟anno 1943…

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