Le statistiche economiche pubblicate da Pechino, riguardino l’inflazione o il bilancio della difesa o altri indicatori, suscitano forti perplessità in Occidente. Le critiche si appuntano sulla mancanza di trasparenza e sullo scarso pluralismo delle fonti di informazioni. All’origine di queste carenze c’è in realtà una normativa non troppo pubblicizzata, ma ben conosciuta in tutto il Paese, quella del segreto di Stato. L’informazione di carattere macro-economico, prima che gli organismi competenti diano il loro assenso alla sua divulgazione, è considerata segreto di Stato. Per esempio, la divulgazione delle previsioni sull’incremento dei prezzi della carne di maiale è soggetta agli stessi vincoli legali di quella delle informazioni sulla difesa missilistica costiera della provincia del Guangdong. In sede di giudizio le aggravanti dipendono dalla tipologia dell’informazione divulgata (segreta, classificata o confidenziale), dal numero di soggetti coinvolti nella diffusione dell’informazione e dalla loro nazionalità.
Negli ultimi anni vari analisti economici dell’Ufficio nazionale di statistica o di finanziarie locali sono stati accusati di divulgazione del segreto di Stato, reato per cui si rischia anche la pena capitale. Alcuni analisti macroeconomici dell’Ufficio nazionale di statistica di Pechino, della People’s Bank of China e della Guosen Securities sono stati condannati a pene variabili da alcuni mesi a sei anni di detenzione per aver diffuso informazioni economiche classificate. Si tratta perlopiù di casi legati alla diffusione – in anticipo sulla data prevista dall’Ufficio di statistica – di dati inerenti al Pil, all’incremento della produzione industriale ed alla contrazione dell’accesso al credito prevista dalla Banca centrale cinese. Nonostante risulti più probabile un tentativo di aggiotaggio che di spionaggio internazionale, la distinzione tra due fattispecie così diverse fra loro rimane alquanto sottile.
Questa situazione non riguarda solo la sfera statale. Anche le aziende straniere sono esposte: possono infatti ricevere da parte di soci in joint-venture facenti capo ad aziende di Stato (sito in cinese) informazioni suscettibili di contenere dati coperti dal segreto di Stato. La situazione non solo è di particolare rilievo per le joint-venture all’interno della Cina ma anche per le aziende internazionali investite dalla nuova ondata di fusioni e acquisizioni attuata dai fondi di investimento e dalle imprese di Stato.
—
This paper explores the evolving dynamics of ASEAN–EU relations from an Indonesian perspective, contextualised within the lingering shadows of colonial legacies and the opportunities... Read More
China’s expanding influence in the Asia/Indo-Pacific region, particularly in Southeast Asia, has become a focal point for geopolitical rivalry involving major powers like the... Read More
In 1974, Australia became the first dialogue partner of the Association of Southeast Asian Nations (ASEAN) and then the regional grouping’s first Comprehensive Strategic... Read More
The Indo-Pacific region has long been characterized by a delicate balance of power, underpinned by U.S. leadership and a commitment to liberal multilateralism. Following... Read More
This chapter will delve into the rationale behind the many bilateral and multilateral, often overlapping frameworks among the member states of the Indo-Pacific region,... Read More
Copyright © 2025. Torino World Affairs Institute All rights reserved