[IT] Intensificando le misure restrittive applicate finora ai produttori cinesi, gli Stati Uniti stanno mettendo in atto una revisione dell’industria delle telecomunicazioni con l’obiettivo di minimizzare le vulnerabilità e l’esposizione alle interferenze esterne. L’interdizione delle aziende di telecomunicazioni cinesi dalle infrastrutture federali statunitensi è pressoché assoluta e gode di un consenso bipartisan; sembra dunque improbabile un cambio di direzione indipendentemente dagli esiti del ciclo elettorale che si è appena concluso.
[IT] A dispetto di un così promettente esordio, la cooperazione in ambito navale fra Italia e Cina è rimasta a lungo limitata. Se le Marine militari rappresentano tradizionalmente uno strumento privilegiato di contatto fra Stati – grazie alla loro elevata mobilità, che consente di “portare la bandiera e il potere di una nazione ai quattro angoli del globo”, e grazie alla “straordinaria impressione” che la vista di navi da guerra suscita, come notava Hans Morgenthau – la distanza che separa Italia e Cina ha tuttavia contribuito per decenni a limitare le concrete occasioni di interazione in questo particolare ambito.
[IT] Mentre non è da escludere che la diplomazia cinese in futuro possa iniziare a guardare al Mediterraneo allargato come a un’unica macro-regione, per ora è da rilevare la mancanza di documentazione che attesti tale visione integrata. Per ovviare a questo problema, si attinge qui dai lavori degli studiosi appartenenti alla scuola neorealista delle Relazioni Internazionali.
[IT] La ricerca sul populismo in Europa tende a concentrarsi sull’impatto dei partiti e dei movimenti populisti sulla politica interna dei paesi, mentre le implicazioni per la politica estera risultano meno approfondite. Nell’odierno mondo globalizzato, però, è sempre meno realistico concepire una dinamica politica nazionale come avulsa dal contesto internazionale.
[IT] Quando la Repubblica popolare cinese (Rpc) e l’Italia ristabilirono i rapporti diplomatici nel 1970 la Cina era un paese impoverito, reduce da due decenni di sostanziale chiusura al resto del mondo e da una pesante recessione nel biennio 1967-68 per effetto della Rivoluzione culturale. Il Prodotto interno lordo (Pil) misurato in dollari statunitensi (costanti 2010) era un quinto di quello italiano e quello pro-capite un settantasettesimo.