Il 27 novembre scorso il primo ministro Li Keqiang ha compiuto la sua prima visita in Romania, in occasione del vertice con i leader dei 16 stati dell’Europa centrale e orientale. È stata firmata una serie di accordi di cooperazione in materia di agricoltura, trasporti, produzione di energia elettrica e finanza. È significativo il fatto che Li sia stato accompagnato nella sua visita da oltre 300 imprenditori e investitori cinesi. Secondo Li, il consolidamento dei rapporti tra la Cina e i paesi dell’Europa centrale e orientale contribuirà allo sviluppo di una “cintura economica della Via della seta”.
Il concetto era stato formulato per la prima volta dal presidente Xi Jinping a settembre, durante una visita in Asia centrale. Nel suo discorso agli studenti dell’Università Nazarbayev in Kazakistan, Xi aveva invitato a una più stretta cooperazione regionale e al rafforzamento della fiducia reciproca, al fine di costruire una cintura di stabilità e prosperità che si rifacesse all’esperienza dell’antica Via della seta. L’Europa centrale e orientale rappresenta l’estremità di questa cintura e può giocare un ruolo di primo piano come ponte verso il resto del continente.
In un articolo intitolato “Greetings across rivers and mountains” e diffuso dai più importanti media della regione prima della sua visita, il primo ministro Li ha dichiarato che la Cina intende intensificare la propria apertura verso Occidente, proprio nel momento in cui i paesi dell’Europa centrale e orientale guardano verso est.
Il momento scelto da Li per la visita è significativo. Si era appena concluso il Terzo Plenum del XVIII Comitato centrale del Partito comunista, con l’adozione di un comunicato finale sulla promozione di un nuovo ciclo di riforme di ampia portata. La Cina sta vivendo una nuova “epoca di Deng Xiaoping”, in risposta alle sfide interne poste dallo sviluppo e ai mutamenti del contesto internazionale e la dirigenza cinese è determinata a ridefinire la posizione internazionale del paese.
Nuove riforme interne in settori quali il sistema finanziario, il mercato del lavoro, la distribuzione del reddito e la governance politica dovrebbero aiutare la Cina a riguadagnare spinta economica e a prolungare il percorso di modernizzazione. Un elemento chiave di questo programma è la creazione di un sistema economico basato su una maggiore apertura e su una più stretta cooperazione con il mondo esterno. Rientra in questo disegno l’apertura di nuovi spazi e opportunità per le grandi imprese cinesi sia all’interno che all’estero.
Il progetto della cintura economica della Via della seta mira a contribuire alla stabilità e prosperità delle province occidentali della Cina, inclusa la regione autonoma dello Xinjiang. Nei primi anni Novanta la dirigenza cinese lanciò la campagna “Go-West”, volta alla riduzione delle disparità nello sviluppo economico tra regioni costiere e vaste regioni interne. Si chiese alle province più ricche di aiutare quelle più povere nell’ovest del paese, fornendo sostegno finanziario, elaborando grandi progetti di cooperazione e trasferendo risorse umane qualificate. La Cina si sta ora rendendo conto dell’enorme potenziale dei rapporti con i vicini occidentali. È giunto il momento che Pechino introduca anche una dimensione internazionale nella politica “Go-West” sinora considerata una politica interna. La proposta di costruire una cintura economica della Via della seta è stata non a caso inserita nel comunicato del Terzo Plenum.
L’aspirazione a rivitalizzare la Via della seta è parte di una più ampia revisione della politica verso il vicinato. A fine ottobre Xi Jinping ha presieduto una conferenza di alto livello sulle relazioni della Cina con i propri vicini. In quella sede – con un discorso che ha dettato la linea – Xi ha voluto enfatizzare alcuni principi guida dell’azione diplomatica verso i vicini: familiarità, franchezza, altruismo, tolleranza. Principi che possono suonare astratti, ma che la dirigenza cinese si è impegnata a mettere in pratica.
Per garantire la stabilità a lungo termine delle proprie regioni occidentali, Pechino ha adottato un approccio fondamentalmente nuovo: investire più sulla “cintura” che sulla “strada”. A tal fine intende da un lato estendere i legami con i paesi dell’Asia centrale al di là delle mere importazioni di energia, dall’altro attrarre anche i paesi dell’Europa centrale e orientale e quelli dell’Asia occidentale nel progetto della Via della seta.
La Cina guarda ai paesi della cintura che chiedono lavoro, infrastrutture, trasporti, diversificazione delle esportazioni, maggiore competitività economica e innovazione. Imprese e governi locali vedono nel progetto della cintura economica un’opportunità per marciare verso ovest. È ora in fase di elaborazione una strategia nazionale che conterrà dettagliati provvedimenti e obiettivi
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