Lo scorso 24 aprile, presso la Grande Sala del Popolo, i più importanti uomini politici cinesi (tra cui il presidente Hu Jintao, il premier Wen Jiabao, il presidente dell’Assemblea nazionale del popolo Wu Bangguo, e i presunti futuri leader Xi Jinping e Li Keqian) si sono riuniti per celebrare il centesimo anniversario dell’Università Tsinghua (Qinghua Daxue). Nel suo discorso, Hu Jintao (egli stesso alumnus della Tsinghua, laureato in ingegneria idraulica nel 1965), ha ribadito l’importanza di promuovere la qualità dell’insegnamento superiore, poiché “l’istruzione è un elemento fondamentale per il pieno e rapido sviluppo dell’economia e della società cinese”.
Fondata nel 1911 con il nome di Qinghua Xuetang, l’odierna università era in origine una scuola preparatoria per studenti cinesi che avrebbero continuato gli studi negli Stati Uniti, un percorso culturale promosso dall’allora Segretario di stato americano John Milton Hay e sostenuto grazie al “Boxer Rebellion Indemnity Scholarship Program”, un programma di borse di studio finanziato dall’indennità di guerra pagata dalla Cina agli Stati Uniti in seguito alla “Rivolta dei Boxer”. L’insegnamento universitario affiancò il training per gli studenti diretti ad Occidente nel 1925. L’Università acquisì il nome attuale nel 1928.
Oggi Tsinghua conta oltre trentaseimila studenti, vanta 15 facoltà e 55 dipartimenti, e fa parte della prestigiosa Jiu xiao liangmeng, l’associazione delle principali università cinesi. Il prestigio e la reputazione di cui gode si sono costruiti a partire dal 1952, quando un programma di riforma nazionale degli istituti di istruzione superiore le assegnò il ruolo di politecnico multidisciplinare specializzato nella formazione di ingegneri. Da allora, l’Università ha sfornato numerosi accademici di chiara fama, imprenditori di successo e uomini di stato.
Secondo il settimanale China Newsweek (Zhongguo Xinwen Zhoukan), a partire dal 1949 dalle aule di Tsinghua sarebbero passati ben 76 membri permanenti dell’Assemblea Nazionale del Popolo, 116 membri permanenti della Conferenza politico consultiva del popolo cinese, 330 accademici dell’Accademia cinese delle scienze, 114 accademici dell’Accademia cinese di ingegneria, sei vincitori del “National Prize for Progress in Science and Technology”, nove vicepremier, 7 viceresidenti, unitamente a un premier, un presidente della Corte suprema del popolo e un procuratore capo del Procutorato supremo del popolo. E naturalmente Hu Jintao, che ricopre oggi oltre alla carica di presidente della Repubblica Popolare Cinese, nonché Segretario Generale del Partito comunista cinese e capo della Commissione militare del Centrale.
In linea con il motto “autodisciplina e impegno sociale”, in questi cento anni l’Università ha contribuito in modo fondamentale alla costruzione della Cina contemporanea. Alle soglie del 2012, mentre la quarta generazione di leader (spesso descritta come “la fazione della Tsinghua” o la generazione di “tecnocrati”, in virtù del comune vissuto universitario) si prepara a lasciare spazio ad una nuova generazione, i cui membri presentano un curriculum di studi più rivolto alle scienze sociali, il mondo universitario cinese attende che si dia nuovo impulso a queste competenze “soft”, necessarie per tradurre la crescita economica cinese in più diffuso sviluppo sociale.
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