L’impiego delle compagnie di sicurezza private quali team di protezione a bordo dei mercantili: scomoda concorrenza o opportunità per future sinergie nella lotta alla pirateria?

Ricerca per il Centro Militare di Studi Strategici (Dicembre 2017)

Nel corso degli anni 2000, pirateria e criminalità marittima sono divenute un problema di punta nell’agenda di sicurezza internazionale. Con la Legge 130/2011, anche l’Italia ha risposto alle sollecitazioni provenienti dalla propria armatoria, introducendo la possibilità di imbarco di team armati su navi mercantili. Si tratta di un modello “duale”, che prevede cioè la possibilità di ricorrere a nuclei militari di protezione e, in via sussidiaria, anche a guardie armate private (privately contracted armed security personnel, PCASP). Questo studio analizza l’approccio italiano alle attività anti-pirateria in termini di norme, background e prassi comparandolo con altre esperienze europee. In particolare, sono affrontati i casi britannico, olandese e francese, ciascuno paradigmatico di un diverso modello: interamente privato per il Regno Unito, interamente militare per i Paesi Bassi, duale per la Francia.

 

Sulla base dei dati presentati, le conclusioni pongono il fuoco su quattro aspetti chiave che saranno fondamentali nell’influenzare il futuro della sicurezza marittima italiana:
– l’opportunità di mantenere sinergia tra missioni militari e attività dei team imbarcati su naviglio mercantile, ovvero di pesare opportunamente i due fattori nel mantenere in funzione un sistema efficace di contrasto alla pirateria;
– la necessità di valutare a fondo l’opportunità di rimuovere integralmente la possibilità di ricorso ai NMP, dal momento che a fronte di condizioni di mutata minaccia possono rivelarsi ancora utili;
– l’opportunità di sistematizzare la disciplina relativa all’impiego di team armati a bordo di naviglio mercantile, al momento relativamente dispersa, in un testo unico;
– l’opportunità di incentivare presso l’industria italiana attiva nel settore della sicurezza marittima l’adozione di standard internazionali.

 

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