I dilemmi della crescita sostenibile e le nuove politiche verso il vicinato

OrizzonteCina vol. 5 n. 2 (Febbraio 2014)

Il consumo energetico della Cina ha conosciuto un’accelerazione senza precedenti negli ultimi dieci anni, seguendo di pari passo lo sviluppo economico del paese: il tasso di crescita medio dell’utilizzo di energia che era stato del 3,3% durante il periodo 1978-2001, è schizzato all’8,9% nel decennio successivo malgrado tassi di crescita del PIL simili in entrambi i periodi. Tale aumento è il risultato della rapida industrializzazione, catalizzata dalla trasformazione della Cina nel centro manifatturiero globale dopo l’ingresso nell’Organizzazione Mondiale del Commercio, e della spesa per investimenti in infrastrutture decisa in risposta alla crisi economica globale del 2008. La Cina è oggi il maggiore consumatore di energia al mondo, il principale importatore di petrolio, nonché il primo emettitore di gas serra. Circa il 70% dell’economia cinese è alimentato dal carbone.

Le conseguenze ambientali e sulla salute di questa impressionante crescita si sono manifestate con chiarezza negli ultimi anni: le cosiddette “apocalissi dell’aria” in molte città, gli scandali sui raccolti e le falde acquifere contaminati, l’abbassamento delle aspettative di vita e le morti premature tra la popolazione evidenziati da recenti studi sono gli esempi più lampanti. Preoccupata da questi problemi, e dalla potenziale instabilità sociale, la leadership cinese ha adottato misure eccezionali per combattere il degrado ambientale.

OrizzonteCina Vol. 5 n.2 si concentra  sui dilemmi della crescita sostenibile e sulle nuove politiche verso il vicinato.

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