Ordine e mutamento nel Sud-est asiatico

RISE vol. 3 n. 2 (Giugno 2018)

La riconfigurazione in atto dell’ordine mondiale non risparmia il Sud-est asiatico. In questo numero di RISE TJ Pempel, uno dei più noti studiosi statunitensi dell’Asia-Pacifico, ricorda come gli Stati Uniti abbiano abbandonato l’accordo commerciale del Trans-Pacific Partnership (TPP), ma ciò non abbia impedito agli altri undici partner di siglare una nuova versione dell’intesa, chiamata (con poca fantasia) Comprehensive and Progressive Agreement for Trans-Pacific Partnership (CPTTP). Può la regione dell’Asia-Pacifico procedere senza Washington? Dipende.

Come illustra Shaun Breslin nell’articolo di apertura, dipende dall’idea di regione che gli stati hanno in mente. Definire la regione è un esercizio di potere, per configurare uno spazio politico ed economico che meglio risponda agli interessi e alle esigenze dei singoli attori.
Perché insistere su una dimensione transpacifica del Sud-est asiatico? O è meglio considerarlo parte dell’Asia Orientale?
O dovremmo riconoscere il ruolo ormai predominante della Cina e parlare di ASEAN+1? O non possiamo trascurare Giappone e Corea nell’ASEAN+3?

E mentre muta l’ordine regionale, cambia anche la traiettoria degli ordini interni degli stati del Sud-est asiatico. Mentre fino a poco tempo fa vi era la convinzione che, dopo la fine della Guerra fredda, i Paesi dell’ASEAN si avviassero gradualmente ma sicuramente verso forme compiute di democrazia liberale, oggi assistiamo al consolidamento di autoritarismi e populismi, in linea con una generale tendenza che rispecchia l’indifferenza dell’amministrazione Trump nei confronti delle forme di governo di amici e nemici. L’articolo di Pietro Masina va alla ricerca delle ragioni profonde di questo arresto del percorso democratico, anche se la sorprendente vittoria dell’opposizione in Malaysia ricorda come il quadro non sia completamente fosco. Fuori da questa cornice, Vietnam e Laos continuano a rimanere fedeli all’impianto istituzionale socialista, che anche per ragioni storiche resiste ai cambiamenti apportati dalle riforme di mercato, come ricorda Gabriele Giovannini.

Del resto, nella rubrica curata dall’Osservatorio sulle Economie Emergenti di Torino, la compatibilità del mercato con regimi autoritari non è una novità, specialmente nel Sud-est asiatico, e anzi si ipotizza un ritorno al passato recente, con la riscoperta degli Asian Values come fondamento alternativo dell’ordine economico, politico e sociale. La rubrica dell’Associazione Italia-ASEAN racconta la seconda edizione del Forum economico Italia-ASEAN 2018 a Singapore, mentre chiude il numero la recensione de Il potere dei generali, il libro curato da Simone Dossi dedicato al coinvolgimento.

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