Sulla via della diplomazia culturale tra Italia e Thailandia

Le relazioni diplomatiche tra Italia e Thailandia sono state instaurate pochi anni dopo l’unificazione d’Italia con il Trattato di Amicizia, Commercio e Navigazione stipulato il 3 ottobre 1868. La storia delle relazioni tra i due stati ebbe inizio proprio durante il periodo di espansione coloniale, quando la situazione sociopolitica ed economica di una grande estensione dell’Asia era dominata dalla politica occidentale.[1] Il Siam, al fine di proteggere la propria indipendenza, scelse di investire non nel potere militare, ma nella diplomazia e nella modernizzazione del Paese. La scelta strategica dell’élite siamese di sviluppare il dialogo sul principio della ‘concezione europea della civiltà’ (come definito e diffuso nel mondo sotto il controllo imperialista), divenne così un meccanismo importante con cui il Siam entrò nella società internazionale dell’epoca.[2]

Molti degli architetti ed ingegneri che da fine 1800 si trasferì presso il Regno del Siam proveniva da Torino dopo essersi formati alla Regia Scuola di Applicazione per ingegneri o alla Regia Accademia Albertina di Belle Arti (Immagine: www.arcofmemory.arts.chula.ac.th)

In questo scenario l’Italia, che non aveva interessi coloniali nel Sud-est asiatico, venne accolta dal Siam come un Paese amico. Le presenze italiane sin dalla seconda metà dell’Ottocento godevano di determinati vantaggi, in particolare quando legate ai progetti statali e quelli della Real Casa – tra i lavori per le infrastrutture pubbliche, le progettazioni urbanistiche, le costruzioni architettoniche e le produzioni artistiche. Con le assunzioni di numerosi professionisti italiani, tra cui architetti, ingegneri e artisti, furono importate anche la terminologia tecnico-artistica e le tecnologie più innovative dell’edilizia e dell’ingegneria. Materiali di vari tipi, generi e stili furono selezionati e spediti da diverse città europee a Bangkok, allora capitale dell’unico Regno indipendente del Sud-est asiatico.[3] Le ville reali, i palazzi, gli affreschi e i vari monumenti progettati dagli italiani a Bangkok e in altri luoghi, da un lato sono patrimonio culturale di eleganza e di convivenza multiculturale; dall’altro sono testimonianze della diplomazia culturale siamese. La storia e la memoria culturale relativa alla colonia degli artisti italiani presso la corte del Siam occupano una posizione di prestigio nelle relazioni tra i due Paesi. Grazie a questa presenza culturale, l’Italia mantiene ancora oggi un riconoscimento unico in Thailandia nel settore dei beni culturali.

La storia delle relazioni culturali tra Italia e Thailandia ha aperto la strada a opportunità e collaborazioni bilaterali, a partire da varie iniziative di mostre d’arte, workshop, convegni, fino alla valorizzazione di itinerari artistico-culturali condivisi tra i due Paesi. Vale la pena ricordare qui, a titolo di esempio, due luoghi che possono collegare i due Paesi geograficamente e culturalmente lontani: a Salsomaggiore, il palazzo delle Terme Berzieri, decorato da Galileo Chini con gusto orientaleggiante, strettamente connesso al ciclo degli affreschi e decorazioni interne eseguiti dallo stesso artista per il nuovo Palazzo Ananta Samakhom presso la cittadella reale Dusit a Bangkok[4]. 

Il valore di un monumento può essere apprezzato al di là del suo territorio, ancor di più quando ricorda quanto possano essere connesse le diverse culture umane. Nel corso dei 150 anni delle relazioni diplomatiche tra Italia e Thailandia (1868-2018), ci sono stati vari incontri e scambi che hanno arricchito dalle produzioni artistiche al commercio internazionale, alle industrie. Dagli anni precedenti alle due guerre mondiali fino ad oggi, numerosi monumenti di quell’epoca rimangono ancora in piedi con il loro prestigio storico. La storia del legame tra Italia e Thailandia, così connesso ai beni culturali, è stata indagata e approfondita, ma rimangono ancora varie domande ben aperte agli studi e alle ricerche. Gli archivi e i repertori in certi casi sono accessibili, ma in diversi altri sono inaccessibili, con una serie di rischi legati a vari aspetti di deterioramento, in particolar modo per i diversi repertori non appartenenti alla tutela pubblica o statale. In considerazione di ciò, grazie alla sensibilità delle imprese di bandiera thailandesi PTT Plc. e Siam Commercial Bank, insieme a The Crown Property Bureau, con i loro fondi filantropici, è stato lanciato il progetto The Digital Archive of Modernized Siam. Lo scopo di quest’ultimo inizialmente era quello di raccogliere i repertori relativi alle memorie culturali tra Italia e Thailandia per conservarli in formato digitale ad altissima definizione, al fine di poterli tramandare alle generazioni future.

Visti i risultati positivi del sopraccitato progetto e ulteriori progetti di ricerca nell’ambito della ‘colonia intellettuale italiana’ presso la corte del re del Siam, è stata istituita l’Unità di Ricerca The Arc of Memory presso l’università Chulalongkorn. Oggi The Arc of Memory ha sede a Bangkok, presso la prima università della Thailandia, e con i suoi studi, ricerche e reti internazionali, punta a creare e preservare digitalmente beni intellettuali e culturali. Come unità di ricerca non-profit, The Arc of Memory mette a disposizione un sistema di digitalizzazione che può viaggiare nei luoghi dove la memoria e i beni culturali sono in pericolo e devono essere conservati. L’Unità si impegna a conservare digitalmente documenti e oggetti, senza limiti di dimensioni e fino ai minimi dettagli, con una risoluzione ineguagliabile e che va ben oltre le capacità di stampa e visualizzazione di oggi, proprio al fine di assicurare la massima qualità di conservazione digitale.

La Chulalongkorn University e l’italiano

La Chulalongkorn University è la più antica università della Thailandia, una delle più prestigiose dell’area ASEAN, e dal 1954 offre corsi di lingua e di cultura italiana. A partire dal 1977, vi è attivo un corso di laurea in Lingua e Cultura Italiana presso il Department of Western Languages, Faculty of Arts: gli studenti thailandesi, selezionati a numero chiuso, possono scegliere tale indirizzo sia come major (materia principale) sia come minor (materia secondaria). I corsi sono aperti anche agli studenti di altre facoltà. Ad oggi, la Chulalongkorn resta l’unica università del Paese ad offrire un corso di laurea in italiano. L’offerta formativa è comunque rivolta anche al pubblico generale, non solo agli studenti interni. La Chulalongkorn organizza infatti anche corsi serali di lingua italiana, a cui si aggiungono i corsi personalizzati per aziende, enti, e per il personale diplomatico del Ministero degli Affari Esteri thailandese. Per maggiori informazioni: www.chula.ac.th e www.arts.chula.ac.th

 

 

 

[1] Lohapon, N. (2010) Buon Fratello e Amico: Thailandia-Italia. 140 anni di relazioni italo-thailandesi, Bangkok: Amarin printing and publishing Co.

[2] Englehart, N. A. (2010) ‘Representing civilization: Solidarism, ornamentalism, and Siam’s entry into international society’, European Journal of International Relations 16(3): 417-439.

[3] Filippi, F. (2008) Da Torino a Bangkok: architetti e ingegneri nel regno del Siam, Venezia: Marsilio; Lohapon, N. (2007) Relazioni Internazionali tra il Siam e l’Italia: «La Colonia Intellettuale Italiana a Bangkok» 1868-1930, Tesi di dottorato, Università di Pisa, online: https://etd.adm.unipi.it/t/etd-07122007-105812/

[4] Lohapon, N. (2008) Galileo Chini: Painter of Two Kingdoms, Bangkok: Amarin printing and publishing Co.; Maurizia Bonatti Bacchini (1995), Galileo Chini e l’Oriente. Venezia, Bangkok, Salsomaggiore [mostra], esposta a Parma: PPS, 20 maggio – 20 giugno 1995.

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