La diplomazia proattiva del Vietnam di fronte alla crescente presenza regionale della Cina

Nel corso dei primi cinque anni sotto la leadership di Xi Jinping, e con una nuova diplomazia di vicinato, la Cina ha rapidamente aumentato la sua influenza nel Sud-est asiatico, ponendo la regione al centro della propria diplomazia. L’influenza cinese si esercita attraverso due canali: le relazioni economiche e quelle culturali. Per quanto concerne le relazioni economiche, nel 2016 il volume degli scambi tra Cina e ASEAN ha raggiunto i 452,2 miliardi di dollari, facendo della Cina il maggior partner commerciale, il secondo mercato d’importazione e il quarto mercato d’esportazione per l’ASEAN. Secondo i dati aggiornati al maggio 2017, il totale degli investimenti diretti esteri (IDE) dalla Cina all’ASEAN ha raggiunto i 183 miliardi di dollari. Inoltre, dato che la Cina sta promuovendo l’Iniziativa “Belt and Road” (BRI) e, più in generale, spronando le proprie imprese ad affrontare la “sfida globale”, gli investimenti di compagnie cinesi in infrastrutture dei Paesi ASEAN sono aumentati esponenzialmente. Fino a maggio 2017 le compagnie cinesi hanno investito 204 miliardi di dollari nei sistemi infrastrutturali dell’ASEAN, specialmente in Laos, Cambogia, Thailandia e Myanmar. Per quanto riguarda le relazioni culturali, istituti e classi Confucio sono stati attivati in decine di Paesi nel tentativo di aumentare la conoscenza della lingua e della cultura cinese all’estero. Statistiche aggiornate al 2016 mostrano che i Paesi del Sud-est asiatico ospitano un terzo degli istituti Confucio e un quinto delle classi Confucio di tutta l’Asia.

Il crescente soft power della Cina nel Sud-est asiatico in termini di relazioni economiche e culturali costituisce ovviamente un’opportunità per il Vietnam. Allo stesso tempo, pone nuove sfide politico-diplomatiche e in termini di sicurezza. Per controbilanciare la crescente pressione dalla Cina, il Vietnam ha iniziato un’opera di diplomazia pendolare e promosso attività di cooperazione secondo tre direttive:

  1. diplomazia del “grande vicino” nei confronti della Cina;
  2. diplomazia di vicinato nei confronti di Paesi di importanza strategica come il Laos e la Cambogia;
  3. rapporti diplomatici con superpotenze come Russia e Stati Uniti.

Dopo l’incidente HD981 del 2014 le relazioni tra Cina e Vietnam sono deteriorate rapidamente, aggravate dalle dispute territoriali concernenti le isole Spratly. Dunque, sebbene Xi Jinping abbia fatto la sua prima visita ufficiale in Vietnam nel 2015, le relazioni tra i due Paesi rimangono prudenti sul piano politico, mentre continuano a essere strette sul piano economico. La Cina è il principale partner commerciale del Vietnam; nel 2016 il Vietnam ha esportato quasi 22 miliardi di dollari in Cina (equivalenti al 12,4% del totale delle esportazioni), facendo della Cina il terzo mercato d’esportazione dopo Stati Uniti (21,8%) e Unione Europea (19,2%). Per converso, le importazioni dalla Cina hanno raggiunto i 49,8 miliardi di dollari (ovvero il 28,7% del totale delle importazioni). È in questo quadro economico che va inserito il drastico cambiamento di posizione del Vietnam nei confronti della Cina dopo il 2015. Principalmente il Vietnam ora tende a sottolineare la “cooperazione” tra i due Paesi, limitando le allusioni a “tensioni/conflitti”. Gli esempi della suddetta cooperazione tra Vietnam e Cina sono i seguenti:

  1. la creazione di una China-Vietnam Steering Committee for Bilateral Cooperation, co-presieduta da Pham Binh Minh, Vice Primo Ministro del Vietnam e Ministro degli Esteri, e dal Consigliere di Stato cinese Yang Jiechi. Fino ad aprile 2017 incluso, la commissione ha organizzato 10 incontri per discutere questioni di cooperazione;
  2. nel corso degli ultimi tre anni i leader vietnamiti – il Segretario Generale del Partito Comunista del Vietnam Nguyen Phu Trong,  il Presidente Tran Dai Quang, il Primo Ministro Nguyen Xuan Phuc e l’ex Presidente dell’Assemblea Nazionale Nguyen Sinh Hung – hanno effettuato varie visite ufficiali in Cina;
  3. il Vietnam sostiene la BRI cinese, mostrando la sua fiducia nella cooperazione con la Cina attraverso la presenza del Presidente Tran Dai Quang al Belt and Road Summit tenutosi a Pechino nel maggio 2017. Tuttavia, questa cooperazione si è rivelata piuttosto infruttuosa dato che, ad oggi, si contano solo due progetti legati alla BRI e i media vietnamiti raramente menzionano il summit e i progetti a esso legati. Nonostante il Presidente della Banca Asiatica d’Investimento per le Infrastrutture (AIIB) si sia recato in Vietnam e abbia proposto prestiti per iniziative private vietnamite senza garanzie governative, il Vietnam non ha ancora ricevuto alcun prestito dalla AIIB (una prudenza forse dovuta all’alto debito pubblico vietnamita).

Nelle relazioni con Laos e Cambogia, il Vietnam adotta una linea diplomatica pragmatica. Mentre tra Vietnam e Laos vige una “special relationship”, le relazioni tra Vietnam e Cambogia sono influenzate sia dalla Cina sia dai partiti d’opposizione cambogiani. Da un lato, il Segretario Generale e Primo Ministro vietnamita si è recato in visita ufficiale in questi due Paesi nel 2016 e nel 2017, per riaffermare le speciali relazioni di vicinato con il Vietnam. Dall’altro, il Vietnam ha proposto rapporti economici e investimenti tra i Paesi, come ad esempio la Ha Noi -Vientiane Highway o un progetto per una ferrovia che colleghi la capitale del Laos, Vientiane, con il Porto di Vung Ang in Vietnam.

Recentemente, il Vietnam ha rafforzato la cooperazione in materia di sicurezza con il Giappone, stretto rapporti economici con l’Unione Europea (attraverso l’accordo di libero scambio), e migliorato rapidamente le relazioni con gli Stati Uniti. Nel maggio 2017, il Primo Ministro Nguyen Xuan Phuc è stato il primo leader del Sud-est asiatico a visitare il Presidente Donald J. Trump dopo le elezioni. Nell’agosto 2017, a Washington, il Ministro della Difesa vietnamita, Ngo Xuan Lich, e il suo omologo statunitense James Mattis hanno concordato sulla necessità di migliorare le difese attraverso un accordo sulla libera navigazione nel Mar Cinese Meridionale. Un simbolo della cooperazione per la difesa tra i due Paesi è la visita di una portaerei statunitense in Vietnam, programmata per il 2018. I leader vietnamiti sono perfettamente consci della necessità di promuovere un legame bilaterale con Washington, per far sì che il Presidente Trump tenga in considerazione il Vietnam e i suoi interessi.

Alla fine dell’APEC 2017 tenutosi in Vietnam, durante il quale sono stati siglati 121 accordi per un valore complessivo di 20 miliardi di dollari, il Presidente cinese Xi Jinping si è recato in visita ufficiale a Ha Noi (la sua seconda visita ufficiale dal 2015) facendo del Vietnam il primo Paese visitato all’indomani del 19° Congresso nazionale del Partito Comunista Cinese. Questa visita ha mandato importanti segnali: (1) ha sottolineato l’importanza delle relazioni Vietnam-Cina nel nuovo contesto, specialmente per quanto riguarda l’efficacia delle recenti attività diplomatiche vietnamite; (2) ha incrementato la cooperazione Vietnam-Cina rispetto ai cinque anni precedenti; (3) ha mostrato il grande interesse della Cina nella diplomazia di vicinato del Vietnam.

Tuttavia, per migliorare l’efficacia della cooperazione, entrambe le parti devono risolvere le seguenti criticità: (1) aumentare la fiducia politica reciproca attraverso attività che producano risultati osservabili; (2) aumentare il numero di canali di comunicazione bilaterale per nuove sfide (per esempio la BRI); (3) ridurre il deficit commerciale del Vietnam nei confronti della Cina attraverso una relazione equilibrata; (4) incentivare le grandi aziende di stato cinesi a investire in Vietnam; (5) rimuovere quote, dazi e barriere tecniche non necessarie per favorire la penetrazione nel mercato cinese di prodotti vietnamiti di alta qualità.

 

Traduzione dall’inglese a cura di Gabriele Giovannini.

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