[Yìdàlì 意大利] Il governo Monti visto da Pechino

L’Italia è “il malato d’Europa”, o perlomeno così lo descrive la stampa cinese: da quando la crisi del debito pubblico europeo ha contagiato anche il nostro paese i media cinesi non ci hanno certo trattato con tenerezza, laddove la politica ha mantenuto un atteggiamento più distaccato. E mentre su giornali e tv imperversavano ritratti a tinte umoristiche dell’ex premier Silvio Berlusconi, il Global Times è scivolato su una colossale buccia di banana: giovedì 24 novembre sul sito del quotidiano cinese veniva caricato un video dal titolo “Berlusconi molesta una vigilessa” dal titolo fin troppo eloquente.

Peccato che quello spacciato come il vero Cavaliere fosse in realtà un sosia, che recitava in una scena tratta dal film satirico tedesco del 2005 dal titolo “Bye Bye Berlusconi”: il video è stato ritirato dopo una lettera dell’Ambasciata d’Italia, incidente chiuso.

Al di là delle note di colore, pur rivelatrici dell’immagine dell’Italia presso il pubblico cinese, come ha reagito la Repubblica popolare cinese (Rpc) all’arrivo di Mario Monti a Palazzo Chigi? “La creazione di un nuovo governo è affare interno ad un paese – ha dichiarato il portavoce del Ministero degli Esteri di Pechino Liu Weimin all’indomani della nomina del nuovo premier italiano – anche se abbiamo fatto particolare attenzione agli articoli apparsi sui media a riguardo. La Cina sostiene l’Unione europea, l’eurozona e il Fondo Monetario Internazionale e le loro risposte alla crisi, nella speranza che i paesi interessati possano superare le difficoltà nel più breve tempo possibile, al fine di ripristinare la fiducia del mercato e promuovere la ripresa economica e la crescita”. Dichiarazioni incolori, di circostanza, com’è prassi per la leadership cinese in questi casi.

La reazione, allora, ritorna ad essere soprattutto una questione di media. “Il berlusconismo rimane per l’Italia un’eredità difficile da seppellire” titola il solito Global Times in un editoriale, che descrive l’era dell’ex premier come “20 anni in cui il dibattito politico è rimasto inchiodato all’agenda personale e giudiziaria del primo ministro, dalle “feste bunga bunga” ai conflitti di interesse delle sue imprese, dimenticando i problemi strutturali del paese”.

Una vignetta dello stesso giornale mostra Mario Monti intento a sorreggere una Torre di Pisa sempre più pericolante mentre Berlusconi fa le valigie: “Nessun paese dell’eurozona potrebbe salvare una nazione così indebitata come l’Italia” ha dichiarato l’esperto di questioni europee del centro studi internazionale dell’agenzia di stato Xinhua Zhang Zhengdong.

Sfiducia verso il futuro italiano? “L’Italia è una polveriera che potrebbe seppellire l’euro” titola un editoriale del Quotidiano del popolo, organo ufficiale del Partito comunista cinese. “L’Italia è una forza decisiva per il futuro della crisi europea; con la riduzione del rating, l’incertezza del debito italiano è aumentata. Se i problemi del debito continueranno fino alla crisi del debito, c’è il rischio che questa si trasformi in una crisi sistemica, che coinvolgerà l’Europa intera e quindi l’economia globale”.

Per i media cinesi, il governo Monti è “interamente composto da tecnocrati”, e “se Super Mario fallisse, si rischierebbe il picco della recessione globale”. Ampio spazio, infine, alla situazione dei cinesi in Italia, con un’inchiesta di Xinhua: “La crisi continua a diffondersi, difficoltà per il quartiere cinese a Bologna. I proprietari dei numerosi negozi cinesi a Bologna, lamentano un aumento del costo della vita e una riduzione sostanziale delle vendite negli ultimi anni”.

“Le banche sono costrette a tagliare i fondi e rendono ancora più difficoltosa l’apertura di un mutuo, soprattutto per gli immigrati. In via Paolo Sarpi, nel cuore della Chinatown milanese, le agenzie immobiliari con intermediari italiani fanno fatica a sopravvivere”. Al livello dei semplici investimenti immobiliari individuali la stampa in Cina parla di una sfiducia degli immigrati cinesi in Italia. Com’è possibile pensare che in una situazione simile Pechino abbia il margine di manovra politico per acquistare debito pubblico italiano?

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