[IT] Non è un caso che il primo ministro giapponese Suga Yoshihide, subentrato ad Abe Shinzo a metà settembre 2020, abbia scelto due grandi Paesi dell’Association of South-East Asian Nations (ASEAN) come meta del suo primo tour diplomatico: Viet Nam e Indonesia. Del resto, lo stesso Abe visitò gli stessi Paesi (più la Thailandia, ora scenario di proteste democratiche) poco dopo l’insediamento al potere del dicembre 2012, con l’intenzione di attrarre i Paesi del Sud-Est asiatico attraverso programmi di cooperazione allo sviluppo e un inusuale ruolo di leadership nel mantenimento di beni pubblici internazionali negli oceani Pacifico e Indiano.
[IT] La storia plurimillenaria della Birmania può essere letta come la ricerca costante e ostinata di uno spazio di relativa sicurezza all’interno di un perimetro geopolitico altamente dinamico e competitivo, contrassegnato dalla prossimità di civiltà molto più prospere e dalla presenza di vari rivali di lungo corso che, in più di una occasione, hanno diretto le proprie mire espansionistiche verso le fertili terre abitate dalle popolazioni indigene.
[IT] Nella regione sono presenti e attive più di cinquecento ZES, in maggior numero in Viet Nam e Thailandia, ma di vitale importanza sono quelle nei Paesi meno sviluppati del blocco, quali Myanmar, Laos e Cambogia. Sono di dimensioni variabili che vanno da qualche decina a qualche centinaio di ettari. E già qui si intravede quello che è, cronologicamente, il primo problema sociale direttamente causato dal complesso fenomeno delle ZES: l’espropriazione forzata di vasti territori.
[IT] Occupando un punto così strategico lungo la rotta commerciale che dall’Asia Orientale si estende verso i Paesi del Golfo e, infine, l’Europa, Batam e le vicine isole Riau sono state designate dal governo indonesiano, già a partire dal 1973, come zone a sviluppo industriale.
[IT] Nelle Filippine, le ZES sono definite come aree appositamente selezionate con centri altamente sviluppati o che hanno il potenziale per crescere.